In vista delle prossime amministrative del 25 maggio, a Zogno – centro importante della Valle Brembana, in provincia di Bergamo – la candidata a sindaco Elisabetta Musitelli, medico pediatra molto impegnata nel sociale (campo-profughi kosovari in Albania, centro ortopedico infantile in Rwanda, missioni di solidarietà in Burkina-Faso) ha voluto il PSF e Umberto Ambrosoli per una conferenza aperta sui temi del lavoro, della lotta alle mafie e della responsabilità sociale e civile diffusa. “Ogni giorno mi rendo conto sempre di più di quanto la fase più impegnativa delle scelte di vita di mio padre, sia effettivamente replicata continuamente. Come avvocato mio padre fece la scelta di applicare le norme nel particolare e complesso processo di liquidazione della fallita Banca Italiana di Sindona, adoperando un metro esclusivamente giuridico sostenuto da un bagaglio relativo e molto forte di impegno civile, a favore della verità e della legalità a tutela dei cittadini risparmiatori. Allo stesso modo sono moltissimi, più di quel che si immagina quotidianamente, coloro che vivono lo stesso impegno magari in altri ambiti. Basti come esempio tutta la complessa vicenda legata a “Stamina Foundation” e ad agli Spedali Civili di Brescia. Il punto è che a volte, seppur completamente impopolari, bisogna proseguire la propria battaglia per l’affermazione della verità civile – prima di quella penalmente e giudiziariamente rilevante – poiché nella funzione politica di servizio al prossimo non bisogna cedere al compromesso del consenso. Ugualmente ciò vale nella lotta alle mafie nel mondo del lavoro, nella costruzione di appalti incardinati sul criterio del l’offerta maggiormente vantaggiosa e magari attraverso proposte indipendenti e libere come quelle del PSF” – così durante l’intervento di Umberto Ambrosoli nella serata brembana, particolarmente affollata.
A far gli onori di casa proprio la candidata a sindaco Elisabetta Musitelli – lista civica “Zogno in comune” d’area democratica – che ha voluto presentare e introdurre così gran parte delle origini del suo impegno in politica: “La democrazia nel suo concetto essenziale può definirsi quell’ordinamento civile nel quale tutte le classi sociali, giuridiche ed economiche nella pienezza del loro sviluppo gerarchico, cooperano proporzionalmente al bene comune, rifluendo nell’ultimo risultato a prevalente vantaggio delle classi inferiori”, con questa definizione sociale della democrazia di Giuseppe Toniolo (economista-sociologo-beato dal 2012 per la Chiesa Cattolica) voglio aprire la serata di riflessione sulla legalità e sottolineare il mio impegno in questa direzione. Ma non basta la denuncia e non può riguardare la politica la rincorsa alla liturgia civica delle commemorazioni valide solo un giorno. Ancora una volta torno a prendere a piene mani le parole di Umberto scritte in merito al l’impegno del padre, “… Ha preso le misure di un mondo che sembra ignorare qualsiasi regola che non sia la conservazione del potere. Lui invece ha mantenuto la sua dirittura, la sua passione per la legalità, il suo senso di giustizia… dimostrando che è possibile anteporre il bene del Paese, il bene comune, agli interessi di parte e a quelli personali”.
A questo ha fatto seguito Battista Villa, nella doppia veste pubblica di segretario generale lombardo della Filca Cisl e di presidente del PSF: “Nel 2008, anno di inizio della pesante crisi, non avevamo così chiaro come oggi le caratteristiche e i contorni delle cause della crisi. Allora, il mercato edile in continua espansione, con un forte utilizzo del suolo per continue costruzioni di abitazioni, di capannoni e di opere edili spinti più dalla speculazione finanziaria e dalla necessità dei Comuni e delle amministrazioni pubbliche di “fare cassa” per compensare i tagli lineari che i vari Governi nazionali più che il reale fabbisogno abitativo e imprenditoriale. Un mercato quello edile nel quale le pratiche di evasione fiscale, contributiva, contrattuale, infortunistica, legislativa erano (e sono tutt’ora) considerate una necessità della libera concorrenza e della libertà imprenditoriale. Quindi abbiamo posto l’accento sul sistema degli appalti pubblici e privati, sui rischi del caporalato, su quella miscela esplosiva di affari e politica, di usura alle imprese e alle famiglie con il riciclaggio del denaro sporco derivato dai traffici di droga, traffico degli organi e degli esseri umani, controllo del gioco d’azzardo, del pizzo e soprattutto dalla conquista di imprese e aziende dell’economia lombarda. Qual è il punto di partenza per modificare il sistema? Incoraggiare a denunciare, realizzare un piano civico di formazione e creare un nuovo modello economico: stop agli appalti al massimo ribasso, sì all’offerta maggiormente vantaggiosa, tracciabilità antimafia per ogni opera pubblica e privata, certificato antimafia per le imprese e i loro fornitori e professionisti collegati, democrazia energetica e partecipazione azionaria sociale per il settore della produzione energetica e del trattamento dei rifiuti e stop alla diffusione delle slot machine e dei compro oro, possibili porte di ingresso del ricatto mafioso. Allora come Progetto San Francesco, che oggi è un centro studi sociali nazionale ma che è allo stesso tempo e sopratutto una storia collettiva di persone impegnate e umili, abbiamo voluto lanciare alla politica e alle parti sociali alcune concrete proposte, prima accennate e che adesso ribadisco: 1. tracciabilità economica e finanziaria intera dell’opera; 2. certificazione antimafia di tutta la filiera; 3. responsabilità sociale d’impresa come criterio assegnazioni appalti; (reputazione, storia di qualità del lavoro, delle opere e ricadute sulla comunità; Bilancio sociale e rendicontazione sociale; 4. offerta maggiormente vantaggiosa al posto del massimo ribasso; 5. tutela dei lavoratori in caso di interdizione antimafia o chiusura dell’Impresa;
Una lunga e faticosa battaglia che richiede l’alleanza dei molti: non solo di tutti gli uomini e le donne di buona volontà ma anche dei notai, dei commercialisti, degli imprenditori, dei professionisti, dei medici, degli avvocati, degli operai, degli impiegati, di tutte le professioni che rinnovano un patto di cittadinanza e di fedeltà ai valori costituzionali di responsabilità sociale di tutti e di ognuno come fondamento di restituzione al bene comune e alle comunità dei valori sottratti per avidità, per insipienza e per miopia politica, sociale e famigliare”.