VIBO VALENTIA, EDILIZIA IN CRISI PROFONDA

VIBO VALENTIA, EDILIZIA IN CRISI PROFONDA

Di seguito una nota di Fabio Blandino, Segretario Provinciale della Filca-Cisl di Vibo Valentia
La grave crisi del Paese si riflette anche sul nostro territorio dove non si contano più le vertenze aperte per la chiusura di numerose attività produttive, con conseguente perdita di posti di lavoro e aumento vertiginoso della disoccupazione e delle situazioni di povertà. Il settore edilizio, ormai da tempo fermo  al palo, è poi quello che  registra le criticità maggiori, complici ritardi, burocrazia e scarsa progettualità delle Istituzioni locali, brave invece a perdere anche finanziamenti assegnati con i fondi europei  e nazionali.
Siamo ancora in attesa di vedere partire i lavori del nuovo ospedale, del teatro comunale, della ristrutturazione dell’ex  Caserma Garibaldi di Piazza Diaz, del parco archeologico di Via S.Aloe, del recupero di Palazzo De Riso,  del Lungomare di Vibo Marina, della messa in sicurezza del territorio  di Vibo e  delle marinate dopo l’alluvione e quanto altro. Cosa dire poi della trasversale delle Serre e del tratto autostradale che dall’Angitola porta a S. Onofrio? E’ uno dei pochi anelli mancanti della “nuova” autostrada Salerno Reggio Calabria. E per le tangenziali e la variante ANAS alla statale 18 nel Comune di Vibo come stanno le cose? Tutto tace.
Nel Capoluogo permangono le difficoltà per i privati di costruire per uno strumento urbanistico di difficile interpretazione, estremamente complicato e sicuramente non in linea con il bisogno  di ridisegnare una sorta di area intercomunale che abbraccia anche i Comuni limitrofi di Ionadi, S. Onofrio, S. Gregorio.
Intanto registriamo oltre al danno anche la beffa: la Calabria non è area di crisi, il che vuol dire che a Vibo le cose vanno…bene, anche se le aziende continuano a chiudere. Questo perché non sono mai state attivate le procedure per il riconoscimento di aree di crisi nella nostra Regione, con conseguente inapplicabilità delle misure agevolative previste dalla legge 181/89.
Tutto ciò avviene nel silenzio assordante della politica e delle Istituzioni locali, dei nostri rappresentanti in Parlamento, incapaci di avere potere contrattuale con il Governo Centrale che ha ormai dimenticato totalmente il Sud e la Calabria in particolare, come del resto confermato dalla vicenda dell’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia. L’Ente portato al dissesto non solo dalla Legge di riforma Del Rio ma anche da dissennate politiche gestionali è completamente paralizzato, con il personale disperato e senza stipendio e prospettive. I servizi non possono più essere erogati e le strade e le scuole rischiano di chiudere i battenti. Eppure ancora si fanno solo….parole e non vengono adottati quei provvedimenti straordinari che hanno salvato in precedenza i Comuni di Catania, di Napoli e altre realtà del Centro Nord in difficoltà.
Occorre una inversione di tendenza che porti , in analogia al Patto per la Calabria, di recente sottoscritto da Sindacati e Confindustria,  a concretizzare un Patto per Vibo, dove, individuate le priorità di intervento, si costruisca una piattaforma capace di ridare speranza al territorio in ginocchio da troppo tempo. In questa ottica potrebbero essere utilizzati ingenti finanziamenti europei, riscoprendo protagonismo progettuale da parte degli Enti Locali, utilizzando anche i Contratti di sviluppo, che sostengono idee e investimenti delle aziende, con un finanziamento PON Imprese e Competitività 2014/2020 già approvato dalla Commissione Europea. Occorrono in definitiva progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la realizzazione di infrastrutture di pubblico interesse, sopperendo a colpevoli omissioni di una classe politica sicuramente non all’altezza del proprio compito.

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