Ha preso il via oggi a Verona la settimana della previdenza integrativa nel settore edile, che prevede incontri nelle aziende e un’assemblea sabato 24 nella sede dell’Ente scuola Edile veronese, in via Zeviani, 8. L’iniziativa promossa dalle organizzazioni sindacali veronesi Fillea-CGIL, Filca-CISL, Feneal-UIL, alla sua prima edizione, è stata presentata oggi in una conferenza stampa nella sede della Cassa Edile di Verona, allo scopo di informare e sensibilizzare gli operai edili sul loro futuro pensionistico.
I lavoratori del settore edile nella provincia veronese sono 8178 persone, di cui il 61% ha tra i 30 e 50 anni, il 20% ha dai 51 ai 60% e il 15% fino a 30 anni e il 4% ha oltre 60 anni. Di tutti gli operai, 4579 (55,9%) sono italiani, 1526 sono stranieri europei, 1323 provengono da stati extra Europa, 534 dall’Asia e 216 dall’Africa. Il numero di operai negli ultimi due anni si è mantenuto pressoché stabile ma molto al di sotto degli anni scorsi, causa la crisi del settore edile che permane anche in molte regioni e province italiane. La massa imponibile che rappresenta il valore in euro su cui sono calcolati i contributi è stata nel 2016di 86 milioni di euro, somma che si stima anche per il 2017. Le ore lavorate nel 2016 sono state 7.903.000, in leggero rialzo rispetto all’anno prima (Fonte: Cassa Edile Verona).
In questo contesto che permane poco stabile, ogni lavoratore deve pensare al proprio futuro pensionistico a fronte di un sistema contributivo per cui le nuove pensioni saranno via via sempre più basse, anche pari al 50%, in rapporto all’ultima retribuzione percepita. Il sistema pensionistico italiano, infatti, a partire dagli anni Novanta, ha subito profondi cambiamenti. I motivi principali di questi interventi sono stati il progressivo aumento della durata della vita media, con conseguente allungamento del periodo di pagamento delle pensioni, e il rallentamento della crescita economica, che ha causato una riduzione dell’ammontare dei contributi necessari a pagare le pensioni. In particolare, dal 1 gennaio 1996, è stato introdotto il sistema contributivo che prevede l’importo della pensione calcolato sui versamenti effettuati nell’arco della vita lavorativa, inoltre sono state innalzate sia l’età richiesta per andare in pensione sia l’anzianità contributiva minima. In questa situazione, ancora troppo pochi sono gli operai che scelgono una forma di previdenza complementare mettendo così a rischio il periodo di anzianità.
“Le riforme del sistema previdenziale di questi ultimi anni – evidenziano Cesare Valbusa, segretario generale Feneal-UIL, Davide Zardini, segretario generale Filca-CISL e Fausto Zaupa, segretario generale Fillea-CGIL – hanno comportato una notevole riduzione della pensione erogata dagli enti previdenziali pubblici (INPS) e perciò è necessario costruirsi una pensione integrativa da affiancare a quella pubblica. Per questo motivo, in ogni settore produttivo, è stato costituito un apposito fondo pensione. Prevedi è il Fondo Pensione per i lavoratori delle imprese del settore edile: opera senza scopo di lucro e ha come unica finalità quella di erogare ai lavoratori edili una pensione integrativa di quella pubblica, usufruendo delle contribuzioni aggiuntive del datore di lavoro e dei vantaggi fiscali appositamente previsti dalle leggi vigenti in materia”.
Prevedi è stato costituito dalle organizzazioni nazionali sindacali Fillea-CGIL, Filca-CISL, Feneal-UIL e dalle associazioni nazionali imprenditoriali del settore edile industriale ed artigiano ANCE, ANAEPA-Confartigianato, ANSE-ASSOEDILI-CNA, FIAE-CASA, CLAAI. Tutti i lavoratori soggetti ai CCNL Edili-Industria, Edili-Artigianato e Edili – Aniem – Anier (dal 1 Gennaio 2017) sono iscritti al Fondo Prevedi grazie ad un apposito contributo a carico del solo datore di lavoro denominato contributo contrattuale.
“I lavoratori del settore edile – aggiungono i promotori dell’iniziativa – lavorano spesso per piccola aziende e realtà e non è facile incontrarli o contattarli. Abbiamo perciò deciso di organizzare una settimana di incontri e un’assemblea sabato 24 per dare la possibilità a tutti gli interessati di informarsi, chiedere spiegazioni e comprendere i rischi del futuro e le opportunità di costruirsi una pensione integrativa”.
I lavoratori possono decidere in qualsiasi momento di integrare il contributo contrattuale. In questo modo si ottiene il versamento di un ulteriore contributo a carico del datore di lavoro pari all’1% della retribuzione per i lavoratori soggetti ai CCNL Edili – Industria e Edili – Artigianato, e all’1,1% della retribuzione per i lavoratori soggetti al CCNL Edili – Aniem – Anier. Questo ulteriore contributo è un vero e proprio incremento retributivo che si aggiunge al contributo contrattuale. Per averlo il lavoratore deve solamente attivare un contributo a proprio carico pari all’1% della retribuzione. Ogni lavoratore può inoltre liberamente decidere, tramite il modulo di adesione, se aggiungere o meno alla sua pensione integrativa anche il TFR (oppure, in alternativa, mantenerlo in azienda