Tra i diversi comparti produttivi ed occupazionali del Veneto (ma così è in tutta Italia) quello che è stato più colpito dalla crisi è, senza ombra di dubbio, l’edilizia e tutto l’indotto ad essa collegata, dall’impiantistica al mobile-arredo. La recessione ha bruciato sia il lavoro nelle imprese industriali che nel fitto sottobosco delle imprese artigiane, con o senza dipendenti. E’ ferma l’edilizia privata con migliaia di immobili invenduti ma anche quella pubblica, dai piccoli interventi gestiti dai Comuni alle grandi opere (sulle quali si è però aperto uno spazio con lo Sblocca Italia).
LA RELAZIONE INTRODUTTIVA DI BIZZOTTO (FILCA VENEZIA)
SCHEDA: LA CRISI EDILIZIA NEL VENEZIANO
Sulla produzione dei privati la crisi generale si è assommata a quella ciclica, tipica del settore. In quella pubblica gli obblighi del patto di stabilità ha cancellato gli investimenti previsti in settori già trascurati come l’edilizia popolare. Il problema che si pone oggi non è solo sul come ripartire ma anche sul cosa costruire.
Su questi temi si è discusso questa mattina a Marghera presso la Cittadella dell’Edilizia, nel corso di una iniziativa organizzata dalla Cisl e dalla Filca di Venezia, che si è sviluppata su due piani strettamente collegati: una analisi della situazione dedicata specificatamente all’edilizia abitativa e commerciale privata con una ricerca affidata alla società Local Area Network ed una tavola rotonda sulle politiche di rilancio a cui hanno partecipato Luigi Sbarra, Segretario nazionale Cisl, il presidente dell’Ance Ugo Cavallin ed il presidente di Confartigianato Marco Semenzato.
“Nel Veneziano- affermano Lino Gottardello e Paolo Bizzotto, rispettivamente segretario della Unione Territoriale e della Federazione delle Costruzioni- la crisi è arrivata più tardi sia per le caratteristiche insediative-costruttive del territorio, sia per i grandi lavori pubblici che si sono sviluppati in questo ultimo decennio (MOSE, Ospedale dell’Angelo, Passante largo). Ora però è più violenta perché arriva tutta insieme e le imprese sono più impreparate ad affrontare il cambiamento di modello generale”.
La proposta per il rilancio del settore edile che la Cisl veneziana proporrà agli interlocutori politici e dell’impresa presenti alla tavola rotonda è incentrata su tre elementi portanti: politiche mirate alla salvaguardia del territorio, rigenerazione urbana e nuovi modelli di sviluppo dove tutti i soggetti coinvolti possono trovare una “convergenza di interessi”.