Una task force per prevenire gli incedenti nei cantieri, composta da rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali (RLST), dotati di automezzi.
L’hanno costituita Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil del Veneto che, come previsto dal nuovo contratto integrativo regionale del settore artigiano, infatti, per mezzo dell’ASC (Associazione sicurezza cantieri), hanno assunto tre “Rappresentanti Territoriali dei Lavoratori per la Sicurezza” che opereranno su tutto il territorio veneto.
I tre funzionari sono stati formati mediante un corso organizzato dai tecnici del CPT di Milano ed opereranno nel settore della prevenzione, della consulenza e della comunicazione tra i lavoratori e le imprese artigiane dell’edilizia, nonché con le associazioni sindacali dei lavoratori e delle imprese.
Ai nuovi assunti, a livello regionale, vanno poi aggiunte altre sette figure (una per provincia) che seguiranno il settore industriale dell’edilizia.
Si tratta di dieci ispettori che monitoreranno la sicurezza nei cantieri del Veneto: significa tutelare 15.000 dipendenti, distribuiti su circa 6.000 imprese.
Oggi a Treviso le organizzazioni sindacali Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil del Veneto hanno consegnato i tre automezzi che serviranno a girare tutto il Veneto per poter ispezionare i vari cantieri e le misure di sicurezza. Le auto sono state acquisite con la formula a noleggio a lungo termine.
“Non ci sono sconti sulla sicurezza e l’attenzione delle organizzazioni sindacali dei lavoratori è sempre stata al massimo livello come dimostrano la riduzione costante degli infortuni nella nostra regione e questa nuova iniziativa che è prevista dalla contrattazione integrativa regionale e risponde all’esigenza di non allentare l’attenzione all’adozione delle previste misure di sicurezza e sull’uso dei dispositivi di sicurezza, nonostante il periodo di profonda crisi che il comparto delle costruzioni sta attraversando” ha affermato il Segretario regionali di Filca Cisl, Salvatore Federico.
Il costo del progetto si aggira sui 200.000 mila euro annui.
In base a dati di fonte Spisal (relativi al 2012) in Veneto l’indice di frequenza degli incidenti in edilizia è molto più elevato della media italiana: 36,8 infortuni x 1000 addetti, rispetto a 30,1 dell’Italia (triennio 2009-2011); questo dato collocherebbe il Veneto tra le regioni “in maglia nera”. Bisogna però considerare che in Veneto la frequenza di infortuni mortali e con lesioni permanenti è più bassa rispetto all’Italia: 8,6% in Veneto rispetto a 11,1%; anche la durata media dell’infortunio è minore in Veneto (37 gg contro 42 Italia).
In base ai dati Inail, purtroppo fermi al 2013, in Veneto nelle costruzioni dal 2008 al 2012 gli infortuni nel comparto delle costruzioni solo quasi dimezzati (2008 – 10.596 , 2009 – 9.017, 2010 – 8.350, 2011 – 7.065, 2012 – 5.721). Realisticamente si tratta di dati parziali, perché purtroppo in molti casi per non danneggiare le imprese o per poter continuare a lavorare gli incidenti non vengono nemmeno segnalati, oppure avvengono in ambito sommerso.
Le cause degli infortuni sono sempre le stesse: nel 47% dei casi si tratta di cadute dall’alto, causate dalla mancanza di predisposizione di sistemi di accesso e vincolo per effettuare i lavori in quota negli edifici e nelle strutture in genere.