VAL DI SUSA SOTTO ASSEDIO

VAL DI SUSA SOTTO ASSEDIO

Uno dei volti più noti della protesta no Tav, Luca Abbà, sta combattendo in queste ore al Cto di Torino, la sua battaglia più importante: quella per la vita. Trentasette anni, esponente di spicco dell’ala anarchica torinese, da dieci residente in Val di Susa, Abbà, ieri mattina è salito su un traliccio dell’alta tensione nei pressi della “baita Clarea”, a Chiomonte, luogo simbolo della protesta valsusina, e dopo essersi arrampicato per 10-15 metri, è stato raggiunto da una scarica elettrica, cadendo al suolo. A nulla sono valsi i ripetuti inviti rivoltigli dalla Polizia a desistere dall’iniziativa e a mettersi in condizioni di sicurezza. Immediatamente soccorso dalle stesse forze dell’ordine, Abbà è stato trasferito in elicottero al Cto di Torino dove è ricoverato in condizioni gravissime.
Il clima che circonda i lavori per l’alta velocità è sempre più carico di violenza. E non solo violenza. Intervistato da Labor Tv, il segretario della Filca Cisl di Torino, Antonio Castaldo, parla di un cantiere assediato dalla ‘ndrangheta e dai No-Tav. Ma proprio ai No-Tav Castaldo si appella, a conclusione del suo intervento, per chiedere di utilizzare la loro straordinaria capacità di mobilitazione per fare fronte comune con il sindacato contro le infiltrazioni mafiose tra le imprese costruttrici, a tutela della salute dei cittadini della Valle e degli stessi lavoratori. Poco prima di cadere al suolo, Abbà ha effettuato un collegamento telefonico con Radio BlackOut, emittente vicina ai centri sociali torinesi e del movimento no tav, raccontando in diretta quello che stava accadendo. “Sono sul traliccio proprio di fronte alla baita – ha riferito al telefono Abbà agli speaker in studio – sono riuscito a sfuggire ai controlli e mi sto arrampicando. Si stanno organizzando per salire con le corde e quindi, boh, cerchiamo di fargliela trovare lunga anche in questa maniera qua”. E rivolgendosi in diretta alle Forze dell’Ordine ha esclamato: “Io sono qua sono pronto e disponibile ad appendermi ai fili della corrente se non la smettete ok?”. Ha poi proseguito il collegamento: “Adesso vediamo come si evolve. La situazione è tranquilla, non ci sono tensioni e non vedo violenze, però. Ovviamente c’è un dispiegamento eccezionale, io sono qua aggrappato, sono riuscito a svicolare da decine di poliziotti che mi guardavano attoniti. Ce l’ho fatta a fargliela sotto il naso un’altra volta, adesso vediamo come si sviluppa”. A niente sono servite anche le raccomandazioni degli speaker della radio: si ok, non ti fare male, ciao Luca! “. Poco dopo Abbà si è schiantato al suolo folgorato da una scarica elettrica.
Alla notizia dell’incidente, è partito immediatamente il tam tam del movimento no Tav in tutta Italia, annunciando presidi e assemblee che si sa no svolte in numerose città tra le quali Torino, Roma, Milano, Firenze, Bologna, Padova, Palermo, Genova e Napoli. In Valle sono state bloccate subito l’Autostrada A32 Torino-Bardonecchia e le Statali 24 e 25. La tensione era tornata a salire già nella giornata di domenica. Dopo la marcia pacifica del pomeriggio da Bussoleno a Susa, cui hanno preso parte circa 20 mila persone, in serata, alla stazione di Porta Nuova ci sono stati scontri tra un gruppo di manifestanti di ritorno dalla Valsusa e la polizia. Un altro episodio di intolleranza si è verificato ieri mattina all’ospedale Cto, quando un cronista del quotidiano “La Stampa”, Marco Accossato, è stato allontanato da alcuni militanti del movimento No-Tav a calci e schiaffi. L’episodio è stato condannato dall’associazione Stampa Subalpina, il sindacato dei giornalisti piemontesi.
Abbà si è arrampicato sul traliccio dell’alta tensione per protestare contro i lavori per l’ampliamento del cantiere per il tunnel geognostico della Tav Torino-Lione. L’area è quella individuata come “d’interesse strategica nazionale” in base alle indicazioni del Cipe (Comitato Interministeriale per la programmazione economica) e comprende anche la baita della Clarea, luogo simbolo della protesta No Tav che si oppone alla realizzazione della ferrovia. La tragica e triste giornata di ieri si è chiusa con le parole del leader storico no Tav, Alberto Perino, che in conferenza stampa convocata dal movimento a Bussoleno ha dichiarato: “Quel che faremo lo scoprirete quando l’avremo fatto. E vi invito a leggere tutte le forme di protesta non violenta proposte da Gandhi: scoprirete delle cose che non vi aspettate”.

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