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UN SINDACATO A FILIERA CORTA

UN SINDACATO A FILIERA CORTA

“In uno scenario difficile come quello attuale la rappresentanza è decisiva e occorre rafforzarne ulteriormente i presidi. Dobbiamo accorciare la filiera, che è troppo lunga, con una presenza più forte nei posti di lavoro per esercitare quelle posizioni costruttive che contraddistinguono la Cisl”. Sono le prime indicazioni che lancia Raffaele Bonanni intervenendo al seminario organizzato dalla Cisl Scuola su “Sindacato di futuro. Il Paese, il lavoro, la rappresentanza”, che ha richiamato a Roma economisti, sociologi ed esponenti delle diverse categorie sindacali.
E allora, suggerisce il numero uno di via Po, la parola d’ordine è, innanzitutto, “filiera corta”. E poi: “fare sinergie per coprire il territorio e coinvolgere di più e meglio quei 60mila interpreti della gestione contrattuale che sono i rappresentanti sindacali nelle Rsu e Rsa, i quali o sono messi in grado di esercitare potere avendo formazione e informazione o la battaglia sindacale non si vince”. Perché la realtà è veloce e complessa come mai è accaduto prima.
Come sottolinea Carlo Dell’Aringa, nel nostro Paese “metà dell’apparato industriale non è in grado di sostenere la competizione, mentre dobbiamo affrontare il ventennio economico più disastroso degli ultimi 150 anni”. E allora, anche tra chi fa sindacato, serve nuovo entusiasmo, nuove strade, pensando ancora al futuro con fiducia. E con entusiasmo e passione arrivano i contributi dei numerosi segretari di categoria presenti al confronto. Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, pensa ad “un sindacato che non abbandona i suoi valori fondativi ma esercita il ruolo della rappresentanza e della tutela delle persone che rappresenta collocandole nella realtà e nel contesto in cui vive. Quindi il sindacato deve puntare sui luoghi di lavoro perché è lì che si conquista il consenso e si acquisiscono le identità”.
Anche per Giuseppe Farina, segretario generale Fim Cisl, il sindacato deve “stare più vicino ai luoghi di lavoro e ai lavoratori rafforzando quella strumentazione dedicata alle tutele. Il tema della contrattazione deve essere rilanciato nei territori e nelle aziende puntando a relazioni sindacali più stabili e mature, capaci di far crescere il valore dell’impresa in maniera tale che possa garantire occupazione e maggiore salario”. Da parte sua, Domenico Pesenti, segretario generale Filca Cisl, ricorda pure che “il sindacato, essendo un’associazione di persone, deve ridare protagonismo, attenzione e tutele alla persona” e punta ad un sindacato più snello con meno segretari generali e più sindacalisti nei luoghi di lavoro e sul territorio”.
Concorde Gigi Petteni, segretario generale della Cisl lombarda, per il quale “il futuro è in un sindacato che riparte dai luoghi di lavoro. Se noi ripartiamo da qui siamo in grado di rileggerci e di bilanciarci”. Per Giovanni Faverin, segretario generale del pubblico impiego della Cisl, “il sindacato di domani deve rappresentare le professioni e le competenze delle persone e attraverso la gestione per competenze rovesciare una gestione gerarchica, denunciare le inefficienze, consentendo un cambiamento dei servizi, della qualità e della trasparenza”. Il coraggio del cambiamento è anche l’auspicio di Ermenegildo Bonfanti, segretario generale Fnp Cisl, “perché il sindacato di domani deve cambiare il suo modo di essere: per essere più presente sui territori, nei luoghi di lavoro, e punto di aggregazione per gli anziani, con meno burocrazia e meno dirigenti”. Svolte autentiche e sfide ambiziose perché il sindacato di domani, è chiaro per tutti, inizia oggi.
(da “Conquiste del Lavoro” di sabato 5 maggio – scritto da Floriana Isi)

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