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UE, LE MISURE DI AUSTERITY MINACCIANO LA RIPRESA DELL'OCCUPAZIONE

UE, LE MISURE DI AUSTERITY MINACCIANO LA RIPRESA DELL'OCCUPAZIONE

Il mercato del lavoro in Europa continua a dare segni di ripresa, la corsa della disoccupazione sembra essersi fermata, ma il risanamento dei conti e le misure di austerità messi in campo durante la crisi gettano un’ombra sulle prospettive dell’occupazione: è quanto rileva lo studio mensile sull’occupazione della Commissione Ue, che ha analizzato i dati di agosto e settembre 2010. Secondo lo studio, il deterioramento dell’occupazione in Europa sembra essersi fermato nel secondo trimestre, quando l’occupazione ha ripreso a salire, dello 0,2%, per la prima volta in due anni. Anche la disoccupazione si è stabilizzata dopo il picco raggiunto a maggio e oggi i senza lavoro in Europa sono 23,1 milioni, ovvero il 4% in più dello scorso anno e il 45% in più di marzo 2008, quando la disoccupazione era ai minimi storici.

Inoltre, prosegue il rapporto, con la ripresa economica che, seppur fragile, procede ad un passo più svelto del previsto, l’occupazione sembra proiettata per quest’anno verso una crescita migliore delle attese. Ma resta l’incertezza legata alle diverse condizioni dei Paesi Ue: “Le condizioni del mercato del lavoro restano fragili, e il passo della ripresa negli Stati membri sarà molto differente”, si legge nel rapporto di Bruxelles.

In generale, gli sviluppi nei 27 dimostrano l’impatto positivo sull’occupazione delle misure prese durante la crisi, come il ricorso a forme di contratti part-time o temporanei e aumento della flessibilità interna alle aziende. Ma questa forma di “tesoreggiamento” del lavoro, porterà “ad una bassa crescita dell’occupazione, almeno nella prima fase della ripresa economica”, conclude lo studio.

Preoccupato il commento dei sindacati: “Lo studio mensile sull’occupazione della Commissione Ue, sottolineando il rischio che le misure volte al risanamento dei conti attuate durante la crisi scoraggino la ripresa dell’occupazione, mette giustamente in evidenza l’esigenza di scelte più coraggiose sul piano delle politiche macroeconomiche”, ha commentato Giorgio Santini, segretario confederale Cisl. “Anche per quanto riguarda l’Italia – ha sottolineato Santini – il carattere eccezionale della situazione di crisi che stiamo vivendo obbliga, pur nella consapevolezza dei margini ristretti imposti dal nostro bilancio pubblico, a canalizzare parte delle risorse in politiche di tipo espansivo. La legge di stabilità in via di approvazione nelle prossime settimane, – continua – oltre che rifinanziare gli ammortizzatori sociali in deroga, dovrebbe essere l’occasione per declinare nel breve periodo il Piano triennale per il lavoro presentato dal Governo, destinando le risorse disponibili a misure di sostegno all’occupazione, a partire dagli sgravi contributivi su part-time e apprendistato, dal credito di imposta per il Sud, dal rifinanziamento degli accordi di produttività, fino ad una riduzione del carico fiscale sul lavoro, come chiesto dalla manifestazione di Cisl e Uil dello scorso 9 ottobre”.

“Auspichiamo – conclude il sindacalista – che la posizione espressa oggi dallo studio della Commissione Europea possa tradursi in una politica economica comune e cooperativa per sostenere lo sviluppo e l’occupazione”.

(dal sito www.conquistedellavoro.it)

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