La Filca Cisl è solidale con i lavoratori ucraini e sostiene il sindacato ucraino delle costruzioni nella sua iniziativa per la democrazia, i diritti sociali e per porre fine agli scontri civili che hanno già provocato la morte di 5 manifestanti da parte della Polizia di Stato, dall’inizio delle agitazioni lo scorso novembre.
“E’ la crisi sociale e politica più difficile della storia moderna dell’Ucraina, dalla sua indipendenza nel 1991”, racconta un sindacalista ucraino. “Il tutto nasce dal rifiuto del Presidente Ucraino di firmare un accordo per una più stretta integrazione con l’Unione Europea. Iniziano le proteste da parte della popolazioni con manifestazioni in piazza che vengono sedate con violenza e sangue da parte della polizia anche con l’uso di armi da fuoco e lacrimogeni. Di conseguenza si riscende in piazza non solo per la mancata firma dell’accordo che porterebbe l’Ucraina più vicina all’UE ma anche per i cambiamenti politici del Paese e per manifestare contro la totale corruzione del potere dello stato e la violenza esercitata sui manifestanti. Il 16 gennaio viene infatti votata dalla maggioranza in Parlamento una serie di “leggi dittatoriali” che limitano i diritti democratici e sindacali proibendo azioni di protesta”.
“I manifestanti – spiega – si ritrovano in piazza ancora una volta per l’abolizione di queste leggi e iniziano una marcia pacifica verso il Parlamento. Vengono subito fermati dalla polizia anti-sommossa e si riaprono gli scontri che sono ancora più cruenti, con la morte dei 5 manifestanti. Per 5 giorni si assiste ad una vera e propria guerra per le strade. I sostenitori del partito di governo insieme con la polizia e servizi segreti hanno organizzato delle bande che hanno sequestrato delle persone, per poi torturarle ed almeno un uomo ( lo scienziato dalla città occidentale di Leopoli ) è stato torturato fino alla morte. La reazione della gente, a livello regionale, è stata quella di impadronirsi delle sedi del governo regionale”.
Il sindacalista prosegue il suo racconto: “Da questo momento dopo che i funzionari più alti dell’UE e degli USA sono stati coinvolti nella risoluzione delle crisi, il Presidente ed i leaders dell’opposizione stanno portando avanti dei negoziati per trovare una soluzione pacifica. Di conseguenza le leggi dittatoriali sono state abolite il 28 gennaio, il primo ministro si è dimesso e si sta formando ora il nuovo gabinetto , la maggioranza di governo è quasi dilaniata dal momento che molti membri del Parlamento appartengono a gruppi di oligarchi – persone più ricche del Paese – che stanno affrontando delle sanzioni dall’UE e dagli USA se verrà ancora esercitata la violenza contro i manifestanti. Ma comunque al momento non c’è una parvenza di risoluzione delle crisi finora. Il presidente sta cercando di mandare i negoziati il più possibile alle lunghe, poiché la maggior parte delle persone hanno un’unica richiesta: le sue dimissioni e l’adozione di una nuova costituzione democratica”.
“In questa situazione, i funzionari russi hanno cominciato ad esercitare pressione sull’Ucraina. Viene annunciato l’interesse della Russia alla cooperazione con l’Ucraina, anche se si tratta solo di un interesse commerciale – ed è stato annunciato che la Russia reagirà con forza se l’Ucraina cambierà il suo atteggiamento verso l’associazione con l’UE. Da pochi giorni la dogana russa ha di nuovo iniziato a bloccare le esportazioni ucraine.
Anche la Germania ha una posizione “speciale” tra gli altri paesi ed istituzioni europee. Si sta opponendo alle sanzioni dell’UE contro il governo ucraino. Opposizione probabilmente dovuta dalla relazione che il governo tedesco ha con la Russia ed anche dall’intesa speciale che esiste tra la diplomazia di questi due Paesi.
I sindacati per lo più sostengono la protesta della gente, ma ci sono posizioni “diverse” dai sindacati che sono originariamente dell’est dell’Ucraina, dove l’ideologia filo- russo è ancora forte .
I dimostranti si sono stabiliti in due grandi edifici sindacali vicino la piazza principale di protesta ( Maidan ) a Kiev – questi edifici sono diventati le sedi della rivoluzione.
Molti dirigenti sindacali e membri sono coinvolti nelle proteste. Ma molti di loro agiscono in maniera nascosta in quanto vi è una minaccia di repressione di tale attività (ad esempio, bande sconosciute stanno dando fuoco alle auto dei leader della protesta e della base di partito, a manifestanti che attaccano i loghi delle proteste alle loro automobili, molte persone vengono rapite e nessuno sa niente più di loro – 36 persone per il momento appaiono nella lista di Maidan dei manifestanti scomparsi, le persone vengono arrestate e le cause penali sui disordini di massa sono oggetto di indagine contro di loro con una pena fino a 15 anni di carcere)”.
La Filca seguiterà a mantenere i contatti con il sindacato delle costruzioni ucraino per essere aggiornata sullo svolgimento delle azioni che avranno luogo e per essere sempre più vicino ai lavoratori e ai sindacati democratici di questo Paese.