A pochi giorni dall’avvertimento lanciato da Bankitalia sul peso eccessivo delle tasse che nel medio periodo finisce col penalizzare la ripresa, anche la Corte dei Conti torna sul tema per ribadire che l’aumento della pressione fiscale provoca “impulsi recessivi” sull’economia reale allontanando gli obiettivi di gettito e provocando un “rischio di avvitamento”.
Cosa fare, dunque, in presenza di un debito pubblico pesante come un macigno? La ricetta illustrata dal presidente Luigi Giampaolino, nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, sostiene quanto anche la Cisl chiede da tempo: “Realizzare un abbattimento significativo del debito, attraverso la dismissione di quote importanti del patrimonio mobiliare ed immobiliare in mano pubblica“.
E poi: puntare sulla lotta all’evasione, elusione ed erosione fiscale per il riequilibrio del sistema di prelievo. I margini per riequilibrare il “sistema di prelievo” fiscale cercando di conciliare “rigore, equità e crescita”, infatti, secondo la magistratura contabile, si sarebbero esauriti e per questo “si rafforzano le ragioni per puntare” sull’ampliamento della base imponibile attraverso «la lotta all’evasione, all’elusione e al ridimensionamento dell’erosione”.
Resta, infine, il punto dolente della sanità, dove persistono “frequenti episodi di corruzione a danno della collettività che continuano ad essere denunciati”. L’altro problema è di ordine gestionale, rispetto al quale la Corte dei Conti, avverte che “ulteriori interventi per il rientro della spesa, dovranno essere “definiti e attuati in modo da non indebolire un sistema di governance di cui è stata avviata la costruzione e che si è rivelato l’elemento, ad un tempo più strategico e più fragile, nel percorso di riequilibrio del settore”.
Sul tema è intervenuto anche Maurizio Petriccioli, Segretario confederale della Cisl: “Il governo ha dovuto affrontare un’ emergenza economica e finanziaria per riabilitare il Paese presso l’ Europa e gli investitori internazionali e lo ha fatto attraverso un consistente aumento della pressione fiscale. L’ aumento dell’ addizionale regionale e comunale, quello delle accise su gasolio e benzina, la tassazione sulla prima casa, il blocco della rivalutazione dei trattamenti pensionistici, hanno fatto diminuire i redditi di lavoratori e pensionati, spingendo il Paese verso una preoccupante riduzione dei consumi ed una dolorosa recessione. Ora- continua Petriccioli- è necessario intraprendere una diversa strada, evitando i previsti aumenti dell’ IVA e liberando risorse per la diminuizione della pressione fiscale, rafforzando la lotta all’ evasione, contrastando la corruzione”. “Occorre inoltre- conclude Petriccioli– un intervento immediato che aumenti detrazioni per redditi da lavoro e da pensione, che tolga IMU su prima casa, allarghi gli attuali limiti previsti dal decreto sulla detassazione sui premi di risultato”.