Trattativa Natuzzi ancora aperta, ripartirà infatti il 5 settembre e “attenti – avverte la Filca Cisl Puglia – a non farsi troppe illusioni”. In ballo c’è il futuro di 1.726 operai che dal 15 ottobre rischiano di rimanere a casa senza lavoro.
L’ipotesi di un rientro di alcune linee produttive dalla Romania in Italia è sul tavolo. Certo, non è l’unica e non è neanche la più probabile, ma esiste e a questo sono appese le speranze di tanti lavoratori. L’annuncio degli esuberi fatto dall’azienda murgiana produttrice di divani sarà al centro dei nuovi incontri tra sindacati e impresa che si terranno a Roma nella sede del ministero per lo Sviluppo economico. Tra le soluzioni che potrebbero approdare sui tavoli ministeriali della Capitale c’è quella di riportare in Italia, e dunque negli stabilimenti pugliesi, la linea di divani low cost che Natuzzi produce per Ikea in Romania.
“Lo spostamento delle lavorazioni a basso costo dalla Romania all’Italia era dentro gli accordi firmati due anni fa – spiega il segretario della Filca Cisl Puglia, Enzo Gallo – ma non è stato mai attuato. Natuzzi produce i divani di bassa gamma per Ikea, ma in Romania, dove il costo del lavoro è decisamente più basso che in Italia, per questo è difficile che l’azienda accetti una proposta di questo tipo. La vertenza è ancora tutta aperta – prosegue Gallo – bisogna lavorare per trovare una via d’uscita che passa attraverso la diversificazione della produzione. C’è tutto il settore casa, quello living e dei complementi d’arredo che può creare nuove opportunità grazie anche ai soldi dell’accordo di programma”. L’ipotesi che Ikea possa essere il salvagente della Natuzzi è dunque solo una tra le tante. A paventarla è stato anche il segretario nazionale della Feneal Uil, Fabrizio Pascucci. “Si tratta di una produzione basata su una serie di affidamenti a contoterzisti – ha detto il sindacalista in un’intervista al quotidiano economico “Il Sole 24 Ore” – Questa operazione potrebbe garantire all’azienda un recupero di lavoro per circa 600 operai”. Il numero degli esuberi, così, sarebbe ridotto a 1.100.
“Una delle idee emerse duranti i tavoli di trattativa – ragiona il segretario della Fillea Cgil Puglia, Silvano Penna – era abbassare il prezzo del prodotto Natuzzi e proporre 20 nuovi modelli che, con costi più bassi, avrebbero raggiunto maggiori volumi di vendite. C’era l’ipotesi di portare volumi dalla Romania in Italia e far lavorare persone che, così, non dovrebbero essere licenziate: su questo era stata manifestata una disponibilità ma solo come fatto transitorio, fino a che non l’azienda non si riesce a riposizionare sul mercato. Altra proposta emersa nel corso dei confronti era la reingegnerizzazione complessa del prodotto rumeno per la creazione di una seconda linea a basso costo italiana. Siamo, però, solo nel campo delle ipotesi”. Il 5 settembre, data del primo incontro ristretto tra le parti, e poi il 12, le ipotesi prenderanno corpo.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)