TRAPANI, PROTOCOLLO DI LEGALITA’ PER I LAVORI DI AMPLIAMENTO DEL CARCERE

TRAPANI, PROTOCOLLO DI LEGALITA’ PER I LAVORI DI AMPLIAMENTO DEL CARCERE

carcereLa legalità? Passa anche dai criteri per la realizzazione delle carceri, visto che l’edilizia è uno dei settori più a rischio per le infiltrazioni delle organizzazioni criminali. È questo il senso del protocollo di legalità sottoscritto tra il prefetto di Trapani e l’Ufficio del commissario straordinario del governo per le infrastrutture carcerarie.
L’accordo interessa la realizzazione di un nuovo padiglione da 200 posti detentivi in ampliamento della Casa Circondariale di Trapani, e si inserisce nell’”Addendum allo schema di protocollo di legalità”, sottoscritto nell’ottobre dello scorso anno dal prefetto Angelo Sinesio, commissario delegato per il Piano Carceri, e da Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil nazionali.
“L’Addendum sottoscritto ad ottobre – dichiara Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca e responsabile del Dipartimento legalità della categoria – stabilisce che la realizzazione di 17 padiglioni previsti dal Piano Carceri in altrettanti istituti penitenziari debba avvenire sotto il controllo di un Tavolo di monitoraggio nazionale, composto anche dai sindacati delle costruzioni, che dovrà verificare la corretta applicazione di tutte le norme legislative e contrattuali previste in edilizia. Trapani – prosegue Scelfo – ha il merito di aver perfettamente declinato a livello territoriale quanto stabilito a livello nazionale; si provvederà quindi all’apertura di un Tavolo a livello territoriale per la realizzazione dell’opera, ed alla stipula di un Protocollo per la contrattazione di anticipo siglato da sindacati e imprese”.
“Le aziende edili coinvolte nei lavori dell’ampliamento del carcere di Trapani – spiega il segretario generale della Filca territoriale, Antonio Cirivello – dovranno inviare alla Cassa Edile la documentazione richiesta e dotare tutti i lavoratori di un badge collegato ad un programma informatico nazionale, consentendo così anche l’assimilazione ai lavoratori dipendenti dei lavoratori parasubordinati e delle partite Iva. Un bel passo in avanti sul fronte della legalità”. L’obiettivo del Piano Carceri è la realizzazione di 17 nuovi padiglioni in istituti già presenti, in grado di assicurare 3.800 posti in più e di decongestionare le strutture.
Proprio nei giorni scorsi il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha comunicato l’apertura di nuove strutture per poter contare su 4.000 posti entro la fine dell’anno. Le carceri italiane, infatti, stanno esplodendo: i detenuti sono 66mila, vale a dire circa 20 mila in più rispetto alla capienza dei 206 istituti penitenziari italiani. In particolare 24.697 detenuti sono in attesa di giudizio, 40.118 condannati e 1.176 internati. Un buon terzo (circa 23 mila) sono stranieri. Per l’associazione Antigone l’Italia è il paese con le carceri più affollate nell’Unione europea: ci sono infatti 140 detenuti ogni cento posti. Nel gennaio scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva condannato il sistema penitenziario nazionale per trattamento inumano e degradante inflitto agli ospiti delle strutture carcerarie. In particolare la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato incompatibile l’attuale situazione carceraria italiana con l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo (proibizione della tortura e di trattamenti inumani o degradanti). La magistratura di Strasburgo fa espresso riferimento al sovraffollamento nelle carceri e ai disagi che ne derivano, definendoli problema strutturale e sistemico.

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