“Al di là delle ragioni profonde che hanno spinto un uomo a darsi fuoco ieri mattina a Verona, l’episodio ci pare gravissimo e preoccupante ma, purtroppo, non ci stupisce, perché è troppa, in questo periodo, l’indifferenza per il lavoro e per chi lavora, siano essi operai o imprenditori, che vivono la disperazione dell’abbandono”. E’ il commento di Salvatore Federico, segretario generale della Filca Cisl del Veneto sul gesto estremo dell’operaio 27enne che si è dato fuoco in piazza Bra’, a Verona.
“Il settore dell’edilizia e delle costruzioni in Veneto – afferma Federico – è allo stremo sia dal punto di vista economico, con più di 10 mila licenziamenti tra il 2008 e il primo semestre del 2011, che da quello psicologico: operai e imprenditori onesti si sentono abbandonati a se stessi, senza alcun supporto dalle istituzioni. Le sorti di lavoratori e imprese purtroppo sono comuni in questo periodo. Il confronto, e a volte lo scontro, non manca, ma in questa fase di crisi operai e imprenditori spesso si trovano ad affrontare le stesse difficoltà: mancati pagamenti o ritardi inaccettabili, lavoro che scarseggia e stretta sul credito. I lavoratori perdono il posto o non vengono pagati, e le aziende sane chiudono: è chiaro che il nostro impegno per difendere il lavoro, le persone e il territorio vada nella stessa direzione”.
Proprio ieri, mercoledì, la Filca del Veneto ha ospitato nel corso dell’incontro “L’indifferenza uccide” a Vigonza (Padova) Flavia Schiavon, figlia di Giovanni Schiavon, titolare dell’impresa edile “Eurostrade 90”, morto suicida lo scorso 12 dicembre perché non riusciva a riscuotere i crediti, e Laura e Lorella Tamiozzo, rispettivamente figlia e moglie di Antonio, al timone dell’azienda di famiglia al 31 dicembre 2011, quando è stato trovato senza vita nel deposito della sua azienda di Montecchio Maggiore (Vicenza). La Filca Cisl del Veneto ha lanciato la proposta, subito accolta da Valter Rigobon di Adiconsum Veneto, della fondazione di un’associazione dei familiari delle vittime dell’indifferenza “che uccide una seconda volta”, per dare sostegno alle famiglie e aiutarle a uscire dalla solitudine. “Prima che della crisi – conclude Federico – lavoratori e imprenditori sono vittime dell’indifferenza e della disperazione della solitudine”.