Torino
Tre giorni di conclave sulle montagne torinesi di Pra Catinat. Infine, la svolta. Il documento di sei pagine, approvato domenica scorsa dall’Osservatorio tecnico e dai sindaci valsusini, indica rotta e tempi di realizzazione del treno ad alta velocità Torino-Lione. Alla fine, il dialogo sembra dare i suoi frutti perché, come sostengono i sindaci della zona, “seppur con 15 anni di ritardo, si è adottato un metodo di lavoro europeo che prevede il confronto e il coinvolgimento del territorio”. E tuttavia il movimento No Tav annuncia ancora battaglia. La cosiddetta “fase 2” del capitolo Tav dovrebbe prendere avvio entro metà luglio con la presentazione al governo del documento licenziato dall’Osservatorio Tecnico che con questo ultimo atto ha esaurito il suo ruolo.
A fine anno si dovrebbe arrivare a una nuova ipotesi di tracciato e per il 2009 alla progettazione preliminare. I cantieri per i sondaggi geognostici dovrebbero essere aperti nel 2010. Lavori in partenza nel 2012, come richiesto dalla Ue. “È una bella notizia – ha commentato Vito Walter Sollazzo della segreteria della Cisl piemontese – che consente probabilmente di scrivere un nuovo e significativo capitolo di una storia davvero controversa. Ora ci aspettiamo una convocazione da parte dell’assessore regionale alle infrastrutture Daniele Borioli per conoscere nei dettagli il documento. Il dialogo premia sempre, soprattutto in vicende come questa che ha conosciuto in anche momenti difficili e di scontro anche violento”.
Un clima positivo si respira anche alla Filca-Cisl di Torino, federazione impegnata da tempo in Val Susa in una grande battaglia di sensibilizzazione in favore dell’opera. “Siamo stati i primi – ha spiegato il segretario generale Antonio Castaldo – a credere in uno sbocco positivo della vicenda. Qualche anno fa, forse in uno dei momenti più caldi del movimento No-Tav, abbiamo organizzato un dibattito pubblico in Valle, alla presenza dell’allora sottosegretario alle infrastrutture Roberto Rosso, del presidente della provincia Antonio Saitta, di alcuni sindaci della zona e dei vertici sindacali di Cisl e Filca. Fummo contestati e osteggiati aspramente, ma arrivammo fino in fondo ai lavori”. La Torino-Lione, aggiunge, “rappresenta per il nostro settore una vera boccata di ossigeno, vista la crisi che si è abbattuta sul settore da parecchi mesi e che comincia ad essere drammatica se non ripartono le grandi opere”.
“L’accordo – ha sottolineato il segretario generale di Torino, Nanni Tosco – dimostra che se i temi delle grandi infrastrutture si affrontano in una logica di sistema e di collaborazione con i rappresentanti degli enti locali possono essere un’occasione per costruire sviluppo e coesione sociale per l’intera comunità nazionale”. Soddisfazione unanime è stata espressa dai vertici istituzionali piemontesi: il presidente della regione Bresso, il presidente della provincia Saitta e il sindaco di Torino Chiamparino.
Rocco Zagaria