Meno Stati membri più Europa. Nel senso che un budget comunitario che si rispetti, deve necessariamente essere finanziato da risorse europee proprie, lasciando respirare i già deficitari bilanci nazionali. Per esempio con un’imposta sulle transazioni finanziarie, che magari potrebbe spostare il tradizionale percorso di tassazione dal lavoro al capitale. Lo dice il presidente della Commissione europea, Barroso, parlando al Prlamento europeo.
L’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax, sostiene la Commissione europea, potrebbe ridurre del 50 per cento il contributo dei Paesi membri al bilancio dell’Ue. Tobin Tax, dunque, “significa equità, dice Barroso. Con le banche “che hanno beneficiato di un enorme sostegno dei contribuenti e che tradizionalmente sono sotto tassate – osserva il numero uno di Palazzo Berlaymont – penso che abbia senso usare parte della tassa per finanziare il bilancio comunitario”.
In effetti, dando un’occhiata ai numeri forniti dalla Commissione si nota che i governi risparmiarebbero cifre non indifferenti per i tempi che corrono: qualcosa come 54 miliardi di euro in totale. Se la Tobin Tax fosse infatti a regime, nota Bruxelles, l’Italia avrebbe uno “sconto” sul budget Ue di quasi 6,5 miliardi di euro, il quarto risparmio più ingente dopo Germania (10,7 miliardi), Francia (8,7) e Regno Unito (7,6). Ma anche Olanda (-2,6 miliardi) e Polonia (-1,8) non avrebbero di che lamentarsi.
Le entrate potenziali per l’Unione europea nel 2014 sono stimate in 43,7 miliardi (a fronte di un gettito totale di 65,55) con un incremento progressivo fino a 54,2 miliardi (oltre 81 miliardi di gettito complessivo) nel 2020. Bruxelles ricorda che attualmente dai bilanci nazionali arriva l’84 per cento del bilancio annuale comunitario, il resto (15%) si finanzia con dazi doganali e agricoli e altre risorse (1%).
Anche perchè resta sempre aperta la partita sui possibili tagli al prossimo budget, contro cui Martin Shultz (neo presidente dell’Assemblea) a già opposto il no del Parlamento europeo. la maggioranza dei gruppi parlamentari chiede, per il bilancio Ue 2014-2020, l’eliminazione dei cosiddetti ”42 sconti” concessi agli Stati membri. Tra questi il noto “british rebate” per cui l’Italia nel 2010 ha contribuito con 615,7 milioni.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)