“Una piccola tassa che può rappresentare una svolta, nella direzione che da sempre come Cisl abbiamo auspicato” sottolineano in una nota congiunta Annamaria Furlan, Segretaria confederale Cisl e Giuseppe Gallo, Segretario generale della Fiba Cisl. “Dopo anni di latitanza, inconcludenza e sudditanza alla finanza, – si legge nella nota – la politica ha finalmente colto l’occasione per iniziare un percorso di autonomia e dignità. Ben undici paesi europei, tra cui, dulcis in fundo, l’Italia, – ricordano i segretari – hanno oggi aderito alla proposta di cooperazione rafforzata che permette ad un gruppo di paesi membri della Ue di adottare legislazioni comuni. Si dà il via, dunque, alla Direttiva della Commissione sulla Imposta sulle transazioni finanziarie sulla base della proposta del Parlamento europeo.
La politica, i detentori della rappresentanza popolare e del potere legittimo di perseguire il bene comune, si è rivelata , nel corso delle crisi, complessivamente imbelle, obiettivamente suddita di un capitalismo finanziario che da oltre un trentennio, orchestra l’intera partitura dell’economia mondiale”. “Per questo – osservano ancora Furlan e Gallo – riteniamo che quello di oggi in Europa sia un grande successo, perché rappresenta una svolta, il segnale che la politica può riprendersi quel primato che da tempo auspichiamo e che può farci uscire da una crisi, tra le piu’ gravi della storia contemporanea, la più grave dalla grande Crisi e Depressione di fine Ottocento e dalla grande Crisi e Depressione degli anni Trenta del Novecento”.
“Una vittoria della società civile, poiché da anni la Cisl e la Fiba Cisl unitamente ad un ampio schieramento di organizzazioni ed associazioni sono impegnate nella campagna “zerozerocinque”: la prova che la capacità di mobilitazione e di proposta della società civile organizzata è in grado di incalzare le rappresentanze politiche nazionali ed europee immettendo nel laboratorio complesso della transizione enzimi fecondi ed alternativi al paradigma del capitalismo finanziario. Una piccola tassa, dunque, dai grandi risultati. E non solo simbolici, ma concreti.
Può frenare la speculazione senza impattare sull’economia reale, rendendo meno convenienti, se non impossibili, le transazioni High Frequency Trading, che non hanno nessun legame con l’economia reale, che esasperano l’instabilità dei mercati, iniziando finalmente a restituire risorse ai bilanci pubblici. Può operare un cambiamento negli scambi di Borsa: al fine di rafforzare la posizione negoziale in borsa, che è rigorosamente regolamentata, controllata e trasparente, rispetto alle operazioni fuori borsa, non regolamentate, non controllate e meno trasparenti, gli Stati membri dovrebbero applicare aliquote fiscali inferiori alle transazioni finanziarie effettuate in borsa rispetto a quelle svolte fuori borsa. Può favorire la crescita in Europa: il flusso di introiti per le casse pubbliche è stimato attorno ai 50 miliardi di euro all’anno: se ben utilizzati, potrebbero costituire un enorme risorsa per stimolare la crescita e la ripresa dell’economia nel Vecchio Continente. Può rappresentare un aiuto ai paesi più poveri: parte del gettito può essere destinato ad iniziative di cooperazione con i paesi del sud del mondo e a programmi di contrasto ai cambiamenti climatici”.
La Tassa sulle transazioni finanziarie – concludono Furlan e Gallo – è un primo passo, dovrebbe essere accompagnata da una politica fiscale di vantaggio sul margine di interesse delle banche (il flusso dei redditi che deriva dal credito all’economia) e dalla piena e immediata deducibilità fiscale delle perdite su crediti. Verrebbe così disincentivata fiscalmente la finanza predatoria ed incentivato il modello di banca orientato al credito, alle famiglie, alle imprese, alle comunità di riferimento”.
Soddisfatta anche la Filca-Cisl nazionale: “La tassa sulle transazioni finanziarie – ha dichiarato il segretario generale Domenico Pesenti – è una delle richieste che la nostra organizzazione aveva avanzato da tempo anche tramite l’adesione alla campagna promossa da Cisl e Fiba. Si tratta di un provvedimento giusto e ragionevole, che porterà concreti vantaggi e favorirà la crescita in Europa”.
(dal sito www.cisl.it)