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TESTO UNICO, CHIESTO UN INCONTRO AL GOVERNO

TESTO UNICO, CHIESTO UN INCONTRO AL GOVERNO

Roma
Virgilio: “La normativa sul Durc è inaccettabile”
“Il Testo Unico sulla Sicurezza approvato dal Consiglio dei Ministri il primo aprile scorso annulla di fatto il sistema di verifica della regolarità delle imprese edili nei lavori privati. Un fatto gravissimo e non tollerabile”. L’accusa è di Pino Virgilio, segretario generale aggiunto della Filca.
“Insieme ai colleghi di Feneal e Fillea e ai rappresentanti dell’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili – dichiara il segretario generale aggiunto della Filca – abbiamo chiesto un incontro urgente al ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Il motivo del contendere è l’articolo 90 del decreto, che, così come approvato, annulla il lavoro svolto dalle parti sociali in materia di Durc, il Documento Unico di Regolarità Contributiva, istituito oramai a regime da circa quattro anni”.
La normativa del Testo Unico, infatti, abrogando la disciplina contemplata dal d. lgs. 494/96, che contiene le modifiche apportate dal d. lgs. 276/03 e l’istituzione del Durc nei lavori privati, rischia di vanificare il contrasto al lavoro nero in edilizia. Una beffa, considerato che il testo presentato al Consiglio dei Ministri aveva recepito le osservazioni in tal senso formulate dalla Commissione Lavoro del Senato.
“Con il nuovo Testo Unico – spiega Virgilio – viene superata l’obbligatorietà del Durc nei lavori privati, e quindi il controllo della regolarità contributiva negli stessi. Situazione che comporterà una serie di conseguenze anche nel sistema del Durc attivato da Inps, Inail e Casse Edili. Le modifiche apportate nell’ambito dell’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri comportano invece che il Durc per i lavori privati, che rappresentano l’80% circa del mercato, sia richiesto esclusivamente per i lavori oggetto di permesso di costruire, abrogando tale documento, invece, per tutti i lavori oggetto di denuncia di inizio di attività (Dia)”.
“Per questi ultimi – accusa Virgilio – non è più previsto l’invio del Durc all’amministrazione concedente. Inoltre il Durc non concorre più neanche a certificare l’idoneità tecnico professionale delle imprese esecutrici, in quanto il requisito della regolarità contributiva può essere autocertificato”.
Ad aggravare la situazione c’è la circostanza che in molti territori le locali leggi in materia urbanistica hanno previsto la possibilità di sostituire con la Dia anche gli interventi oggetto del permesso di costruire.
Un esempio su tutti, davvero clamoroso, è dato dalla Lombardia: l’articolato del Testo Unico, così come approvato, fa sì che il Durc e la regolarità contributiva possano essere autocertificati in tutti i lavori privati. “Ci auguriamo – conclude Virgilio – che il ministro ci riceva quanto prima e si rimedi a questa clamorosa svista del Governo”.

Vanni Petrelli

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