Vietato perdere il treno! Inteso come il treno della crescita, dello sviluppo e del progresso. Ma anche come il treno che percorrerà il Terzo Valico, l’altra grande infrastruttura, in aggiunta alla Tav in Valsusa, che interessa il territorio piemontese. Di terzo Valico si è parlato ad Alessandria nel corso di una iniziativa alla quale hanno partecipato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, i segretari generali della Filca nazionale e Piemonte, Domenico Pesenti e Piero Donnola, i presidenti di Regione di Piemonte e Liguria, Roberto Cota e Claudio Burlando, i segretari regionali Cisl, Sergio Migliorini e Giovanna Ventura.
“Il terzo valico per noi va fatto perché dà lavoro, perché è un’opera indispensabile per la Liguria, il Piemonte, per l’Italia e l’Europa. Va fatto perché è utile e perché è sostenibile. Va fatto perché è un’occasione di speranza e di opportunità per il Paese”, ha detto Donnola nel corso della sua relazione (clicca per visualizzarla). “Secondo il progetto, il viaggio Genova-Milano potrebbe essere coperto in 58 minuti mentre oggi ce ne vogliono circa 100. Il progetto è finalizzato al miglioramento del sistema ferroviario del capoluogo ligure influenzato dalla presenza di curve, gallerie e salite non adatte all’alta velocità. Spesso capita poi che le linee siano affiancate a strade ed autostrade e specie l’inverno c’è il rischio d’incorrere in problemi di natura idrogeologica. La linea storica richiede un numero importante di convogli a breve percorrenza caratterizzati da frequenti fermate. Per TAV Spa, l’attuale collegamento esistente tra Genova ed il Piemonte, ovvero le due linee dei Giovi non saranno più in grado di garantire la domanda di trasporto merci e persone a partire dal 2015″.
“Il progetto prevede la realizzazione di una tratta di 54 km, 36 dei quali in galleria, che si andrà a collegare alla linea storica nei pressi di Novi Ligure verso Torino e sulla Alessandria – Piacenza all’altezza di Tortona per andare verso Milano. Costo dell’operazione circa 6,2 miliardi di euro. L’opera prevede la realizzazione in sei lotti costruttivi, individuati in relazione ai finanziamenti disponibili già deliberati dal CIPE nel 2009 e 2010. Di questi lotti il primo e il secondo sono già interamente finanziati. Saranno realizzate anche una serie di nuove viabilità, finalizzate da subito alle attività di cantiere e che al termine dei lavori verranno mantenute in quanto rappresentano, comunque un miglioramento del sistema viario esistente”.
L’opera si inserisce nel più grande progetto del corridoio ferroviario Genova-Rotterdam che mette in relazione regioni europee fra le più densamente popolate e a maggiore vocazione industriale, in cui si concentrano distretti produttivi di importanza mondiale. Quest’opera considerata strategica è inserita tra i 30 progetti prioritari europei approvati dall’Unione Europea nel 2004.
“Siamo assolutamente a favore dell’opera, così come della Tav – ha detto Pesenti – e lo abbiamo dimostrato manifestando in Valsusa al fianco dei lavoratori che operano in quei cantieri, che in passato sono stati minacciati e attaccati dai No Tav. Certo, fa più notizia una piccola minoranza chiassosa che si oppone a queste opere piuttosto che la stragrande maggioranza delle istituzioni e del mondo sindacale. La stessa Fillea nazionale, il sindacato degli edili della Cgil, si è detta favorevole all’opera come la grande maggioranza della Cgil. Adesso bisogna concentrarsi sull’opera, per garantire la dignità dei lavoratori, la loro sicurezza e la legalità in tutti i cantieri. bisogna evitare, per esempio, il subappalto a catena, selezionando le imprese attraverso il Durc e l’iscrizione agli Enti bilaterali. Bisogna, cioè, dare lavoro solo a quelle imprese che applicano il contratto nazioale e rispettano tutte le normative. NOn parliamo di un’opera qualunque, ma di un’opera necessaria per collegare territori importanti. Che senso ha produrre beni se poi non si riesce a trasportarli?”.
“Per lo sviluppo dell’Italia c’è bisogno di infrastrutture: l’Italia è ferma a 20 anni fa”. Lo ha detto Bonanni intervenendo alla manifestazione. “Bisogna fare circolare meglio le merci e le persone. C’è un piano europeo che stiamo tradendo. Le nostre produzioni industriali faticano perché le infrastrutture sono fatiscenti o inesistenti. Abbiamo bisogno anche dell’edilizia come apporto all’economia, l’edilizia, si sa, è un fattore di rafforzamento . In questi anni abbiamo perso troppo tempo sulle infrastrutture, tanto è vero che le nostre produzioni faticano molto con strutture così fatiscenti o addirittura inesistenti”, ha aggiunto.
La tavola rotonda, dal titolo “Per non perdere il treno. Le ragioni del Terzo Valico: una speranza e un’opportunità”, è stata moderata dal giornalista della “Stampa”, Massimo Numa, nel mirino dei No Tav per la sua attività di cronista in Val di Susa.