“Mi rendo conto che gli incidenti provocati dai No Tav Terzo Valico che si opponevano agli espropri facciano notizia, ma è bene che la stampa non trascuri altre situazioni legate alla realizzazione di quest’opera, per esempio le condizioni di lavoro degli oltre 100 operai attualmente impiegati, e che nei prossimi mesi aumenteranno ulteriormente fino ad arrivare a 3.500 lavoratori, oltre all’indotto”. Lo riferisce Piero Donnola, segretario generale della Filca-Cisl Piemonte. “Nonostante le dimensioni del cantiere e l’alto numero di lavoratori occupati – spiega Donnola – il sito è ad oggi ancora privo di un presidio sanitario come di ogni altra struttura accessoria necessaria agli operai. E questo perché la regione Piemonte e Cociv, il consorzio guidato dal gruppo Impregilo che porta avanti la costruzione del Terzo valico ferroviario, non hanno ancora firmato il relativo protocollo, già pronto da tempo. Una situazione incresciosa – conclude il segretario generale degli edili piemontesi della Cisl – che non fa onore a Regione e Cociv e che offende la dignità dei lavoratori”.