Procedere velocemente con la nomina da parte di Anac del commissario a garanzia e tutela dei 1.000 dipendenti per proseguire con l’attività dei numerosi cantieri dislocati in tutta Italia. È la posizione della Filca-Cisl sul caso Tecnis azienda raggiunta da una interdittiva antimafia e coinvolta nello scandalo Anas, così come emersa nel corso dell’incontro al Mise tra vertici aziendali e organizzazioni sindacali. “Siamo estremamente preoccupati – spiega Barbara Cerutti, della Filca nazionale – sia per le possibili ricadute occupazionali e le mancate retribuzioni sia per il rallentamento dei cantieri in corso di esecuzione su tutto il territorio nazionale, con possibili ripercussioni per tutti i cittadini delle aree coinvolte . La situazione è molto delicata, visto che i vertici aziendali catanesi sono attualmente agli arresti domiciliari per corruzione nell’ ambito dello scandalo Anas provvedimento a cui è seguita un’ interdittiva antimafia”.
“La maggior parte dei lavoratori – aggiunge – opera in territori già fortemente penalizzati dalla crisi, come Sicilia e Sardegna Ora è necessario un lavoro congiunto tra istituzioni e parti sociali che permetta di procedere con celerità alla nomina del commissario, per poter garantire la continuità aziendale e provvedere al piano di ristrutturazione del debito, già avviato dall’ azienda. La già difficile situazione si innesta infatti su una condizione di forte esposizione debitoria della società. Indispensabile quindi proseguire nella realizzazione delle numerose opere nelle quali l’azienda è tuttora impegnata, tra le quali ricordo l’anello ferroviario di Palermo, l’adeguamento della Salerno-Reggio Calabria, la Metropolitana di Catania, l’emergenza ambientale nel bacino del fiume Sarno e l’ospedale di Libricino, in provincia di Catania, solo per citarne alcune. In questa fase – ha concluso Cerutti, intervenuta al ministero insieme alle segreterie territoriali coinvolte – è importante anche non perdere i finanziamenti europei”.
La Tecnis è stata chiamata in causa nell’inchiesta Anas ‘Dama Nera’, che ha interessato direttamente i vertici della società attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione nell’ambito degli appalti Anas. Oggi la società catanese è la più importante realtà aziendale del Mezzogiorno nel settore edile con un organico pari a poco meno di 1.000 dipendenti diretti o facenti capo alle numerose società consortili e A.T.I. impegnati nelle commesse acquisite ed in corso di esecuzione. Il piano di ristrutturazione del debito (ex art. 182 bis della Legge fallimentare) consiste in una procedura “leggera” rispetto al concordato preventivo, che prevede la nomina di un commissario con poteri di controllo, mentre la gestione aziendale rimane formalmente e a tutti gli effetti in capo al al rappresentante legale della società funzione che verrà svolta dal commissario nominato a breve da Anac a seguito dell’ interdittiva antimafia frutto di un’ azione congiunta tra la stessa Anac, procura della repubblica e prefettura di Catania. Il primo atto che ne è conseguito è stato il blocco istantaneo di qualsiasi possibilità di rescissione dei contratti in essere a tutela e garanzia della continuità e della salvaguardia della realtà aziendale. Nel frattempo sul piano finanziario è stato individuato un Advisor unico da parte delle banche coinvolte.