TAVERNOLA, TUTTI CONTRO LA SACCI PER IL LICENZIAMENTO DEL DELEGATO FILCA

TAVERNOLA, TUTTI CONTRO LA SACCI PER IL LICENZIAMENTO DEL DELEGATO FILCA

Sacci Tavernola
Lo stabilimento Sacci di Tavernola (Bg)

C’era una volta “la fabbrica”… Fino a non tantissimi anni fa, quasi ogni paese aveva la “sua” ferriera, la “sua” officina, filatoio, magazzino, insomma il posto di lavoro che reggeva le sorti di un’intera comunità. Questo accadeva anche a Tavernola, piccolo borgo adagiato sulle sponde del lago di Iseo, in provincia di Bergamo. Fino a ieri, perché anche il Cementificio non garantisce più il “pane a vita” come ha fatto per oltre 100 anni, durante i quali, pur devastando la collina e creando una ferita alla montagna che gli ultimi interventi di ripristino non riescono ancora a mitigare, ha dato da lavorare e mangiare a ogni famiglia di Tavernola. È successo che la direzione della Sacci, il gruppo che ha rilevato il Cementificio, ha intenzione di utilizzare nuovi combustibili derivanti da pneumatici: una scelta ecologicamente non gradita da amministrazioni e popolazione del territorio. In tutta questa vicenda, per un’accusa non provata di divulgazione all’esterno di notizie aziendali riservate, è stato anche licenziato un delegato sindacale della Fil-ca Cisl, Piergiorgio Balducchi, e sospesi per tre giorni gli altri componenti della Rsu. Questo ha segnato il divorzio tra fabbrica e paese e ieri un corteo partito dal centro di Tavernola ha bloccato la rivierasca e ha raggiunto lo stabilimento (che ancora da lavoro a 95 persone, erano più di trecento qualche anno fa).
Sindacati, amministrazione comunale e cittadini di Tavernola ieri hanno parlato con una voce sola per dire che “la Sacci ha sbagliato” a licenziare un lavoratore e a sospenderne altri tre per tre giorni. L’unica colpa di questi quattro operai, che insieme compongono la Rsu, è di aver riproposto in bacheca un comunicato già diffuso nel 2012, quando però il documento non aveva provocato nessuna reazione da parte dell’azienda. “Se l’azienda non torna sui suoi passi – ha detto Danilo Mazzola, segretario della Filca Cisl di Bergamo – significa che siamo tornati indietro di settant’anni, a prima della Costituzione che, con l’articolo 21, sancisce e tutela la libertà di espressione. Noi puntiamo al reintegro pieno di Balducchi che ha esercitato un suo diritto fondamentale, quello di opinione. II comportamento aziendale è inaccettabile e siamo pronti a denunciare la Sacci: questa vicenda mina nel profondo ogni relazione sindacale”. II provvedimento contro la Rsu è solo l’ultima di una serie di ostilità tra paese e azienda. C’è stata la questione della bretella che porta a Cambianica, nella parte alta del paese. Dopo la frana del 2010la strada, di proprietà del cementificio ma ad uso pubblico, non è più stata riaperta con enormi disagi per la frazione. Poi c’è il caso dell’ex miniera a Vigolo, comune sopra l’abitato di Tavernola, che la Sacci vorrebbe riaprire ma che riaccende in tutti i comuni della sponda il timore di frane e conseguenti esondazioni. E poi c’è il capitolo dell’inquinamento: dai tassi di ossido di azoto, che sono più alti di Bergamo centro, al nuovo contenzioso sui “combustibili alternativi” che l’azienda vorrebbe adottare.

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