Dal Blog di Franco Turri sull’Huffington Post
Il sì del Governo alla Tav, pur se tardivo, è positivo per almeno quattro motivi: avvicinerà il nostro Paese all’Europa, rendendolo più competitivo; rilancerà il settore delle costruzioni; conferma che la sinergia tra le parti sociali sortisce risultati importanti; dimostra che coniugare lavoro, sviluppo e ambiente è possibile. Sull’importanza strategica dell’opera sono stati versati fiumi di inchiostro. Idem sulle opportunità occupazionali, dal momento che l’opera assicurerà un lavoro, compreso l’indotto, a decine di migliaia di persone. Ma non dimentichiamo che la Tav è solo la punta dell’iceberg: in Italia ci sono centinaia di cantieri bloccati o di opere da realizzare, con risorse già disponibili. Cito solo due infrastrutture, perché geograficamente vicine alla Tav: la Gronda di Genova e l’Asti-Cuneo. Ma ci sarebbe l’Alta Velocità al sud, per rimanere sul tema. Insieme al potenziamento di tutta la rete ferroviaria del Meridione. L’elenco è lunghissimo, e merita risposte celeri da parte del Governo, altrimenti l’analisi costi-benefici si dovrà fare sui ritardi ingiustificati e sullo stesso operato dell’Esecutivo. Ma il sì ufficializzato ieri dal premier Conte è anche una vittoria dell’impegno della Filca e della Cisl, che insieme a numerose sigle del mondo produttivo e professionale hanno mobilitato decine di migliaia di persone. Un sapiente gioco di squadra che è riuscito in un’impresa ritenuta impossibile: portare in piazza decine di migliaia di cittadini, rubando la scena ai NoTav. C’è da dire che già nel 2011 la Filca e la Cisl hanno manifestato in piazza a Susa, in un clima di grandissima tensione, quando a rischio non c’era l’opera ma l’incolumità e la libertà degli edili che lavoravano per realizzare la Tav. Nel 2013 furono intercettate alcune lettere con proiettili destinati a sindacalisti, tra i quali l’allora segretario generale della Filca-Cisl Piemonte. E ancora oggi la cronaca ci ricorda che i NoTav sono attivi e agguerriti. È per questo che è indispensabile accelerare i lavori e garantire la massima protezione degli edili impiegati nei cantieri. Infine la sostenibilità: a coloro i quali, sempre meno numerosi per la verità, continuano a ripetere che la Tav sarebbe nemica dell’ambiente, ricordiamo che quando sarà finalmente attiva consentirà di togliere dalle strade centinaia di migliaia di camion. Dimostrando che coniugare il lavoro, lo sviluppo e l’ambiente non solo è possibile, ma è la via da seguire per assicurare un futuro migliore a tutti.
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