E’ iniziata ieri una settimana cruciale per il Governo italiano, che deve rispettare gli impegni presi con l’Unione Europea e con la Francia e aprire entro il 30 giugno, a Chiomonte (Torino), il cantiere del ‘tunnel esplorativo’ della Torino-Lione, per il quale il Cipe ha stanziato 143 milioni di euro; una settimana cruciale anche per il Movimento No Tav, che da mesi presidia l’area dove dovrebbe sorgere il cantiere, alla Maddalena, e che ora si è dato appuntamento su quei terreni, in quei boschi, per cercare di bloccare un’opera che ritiene “inutile e dannosa”.
Ieri nella zona ci sono stati duri scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, che sono state oggetto di una sassaiola. Mentre dopo l’irruzione molti dei rappresentanti del movimento No Tav si sono dati alla fuga, lanciando petardi, nei vigneti circostanti e nei boschi. “Il cantiere si apre entro il 30 giugno, e l’opera si fa – ha affermato il ministro dell’Interno Roberto Maroni – se no diciamo addio alle centinaia di milioni del contributo Ue (671 per Italia e Francia, ndr) ma soprattutto ai collegamenti con l’Europa, e quindi diciamo addio al futuro”. Il ministro lascia poche speranze ai No Tav. “Chi si oppone – ha detto – non credo che riuscirà a fermare il cantiere, non deve farlo, perchè vuol dire arrecare un danno gravissimo soprattutto alle future generazioni, vuol dire far perdere due punti di Pil al Piemonte”.
Sulla vicenda è intervenuto Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl, organizzazione sindacale che il 31 maggio scorso ha organizzato un presidio a Susa per esprimere la solidarietà ai lavoratori, aggrediti dai manifestanti, e per dire si al progresso e alle infrastrutture e no alla violenza. “La Filca – ha dichiarato Pesenti – in continuità con la manifestazione del 31 maggio scorso, sottolinea che è assolutamente necessario avviare la costruzione delle infrastrutture, indispensabili per lo sviluppo del Paese. Nello stesso tempo – prosegue il numero uno della Filca – ribadiamo la necessità di un coinvolgimento della popolazione, come tra l’altro avvenuto in Val di Susa, per valutare l’impatto che le grandi opere hanno sul territorio. E’ bene ribadire – conclude Pesenti – che noi respingiamo con fermezza qualunque atto di violenza e intolleranza nei confronti dei lavoratori edili e dei lavoratori delle forze dell’ordine”.