Crescita, ammortizzatori, mercato del lavoro, pensioni e fisco. Sono i titoli della piattaforma comune di Cgil, Cisl e Uil presentata pomeriggio al termine della segreteria unitaria che si è svolta in Corso d’Italia. E che ha tradotto l’accordo “politico” raggiunto venerdì scorso dai tre segretari generali, Bonanni, Camusso e Angeletti. “Gravità della crisi e conseguenze su famiglie, giovani, lavoratori e pensionati – sottolinea il documento – impongono un cambiamento della politica economica del Governo”. Al quale i sindacati sollecitano l’apertura di un “negoziato vero” che favorisca la crescita, senza la quale è impossibile dare risposte anche al tema dell’occupazione.
“Dopo tre anni di crisi, e con la prospettiva di un 2012 di recessione”, scrivono Cgil, Cisl e Uil, “è necessario un piano organico”. In particolare servono strumenti “rivolti ai giovani, alle donne, agli over 50 e al reimpiego dei lavoratori in cig ed ai disoccupati, valorizzando con le necessarie correzioni gli istituti esistenti che promuovono e incentivano il lavoro stabile”. Vanno poi assicurate anche nel 2012 “le risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga”.
Cgil Cisl e Uil condividono che “prioritariamente al rilancio dello sviluppo vanno finalizzate le liberalizzazioni”. Ma si rivolgono al Governo per chiedere sul tema “un confronto di merito”. Cgil Cisl e Uil ritengono poi “indispensabile che il Governo realizzi in tempi brevi un intervento di riduzione del carico fiscale a beneficio dei lavoratori, dei pensionati, e delle famiglie”, utilizzando le risorse della lotta all’evasione. “Sulla riforma fiscale chiediamo un confronto serrato”, sottolinea Raffaele Bonanni. Il leader della Cisl, nel corso della conferenza stampa, ha poi risposto ad Emma Marcegaglia, che invita il sindacato a sedersi al tavolo sul lavoro senza tabù, discutendo di articolo 18. “Io non ho alcun tabù – ha detto Bonanni – ma vedo che sull’articolo 18 c’è ideologia in altri ambienti. La discussione non verte su questo aspetto e anche il Governo ha capito che è fuorviante e che non porta da nessuna parte”.
Aggiunge Susanna Camusso: “Marcegaglia parla per sè: l’articolo 18 è un tema che non è sul tavolo, se il Governo lo introduce significa che non vuole discutere con il sindacato”. Per Angeletti “non avere pregiudiziali non significa che dobbiamo dare ragione agli altri. Abbiamo motivato il nostro no all’aboliazione dell’articolo 18. Il sindacato è per aprire un confronto sulle cose reali”.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)