Bologna. Un’ iniziativa per la formazione dell’Istituto edile locale
UN VIDEO, gratuito, che parla di sicurezza nei lavori edili e lo fa in arabo, albanese e rumeno. Lo ha realizzato il Cpto, l’Istituto Edile di Bologna, aggiornando così l’audiovisivo del Formedil, la struttura nazionale delle Scuole Edili, “Lavorare in sicurezza: il cantiere edile”, nato per dare una prima formazione ai lavoratori italiani. Oggi però sempre più lavoratori edili sono stranieri, molti con poche conoscenze della lingua italiana. Un fatto che fa sì che comprendano poco le istruzioni sulla sicurezza. “Infatti, i lavoratori stranieri hanno una frequenza di infortuni del 9,2% rispetto al 4,1% dei lavoratori italiani – spiega il coordinatore del Cpto e ideatore dell’iniziativa in questione, Antonio Ghibellini -. Percentuali che non tengono conto degli irregolari che operano nel settore”. Per questo, il Cpto di Bologna ha realizzato l’adattamento e la traduzione del video nazionale del Formedil nelle tre lingue più presenti nella provincia bolognese fra i lavoratori stranieri dell’edilizia, e cioè l’arabo, l’albanese, il rumeno (comprensibile anche per i moldavi). Il video è messo gratuitamente a disposizione delle aziende edili della provincia di Bologna, per la formazione dei lavoratori. L’audiovisivo può essere fatto vedere in sede aziendale, oppure può essere dato in visione a domicilio al lavoratore. “In entrambi i casi – precisa Ghibellini – stiamo preparando un questionario finale da far compilare al lavoratore sia per la verifica complessiva dell’apprendimento, che l’azienda terrà poi come attestazione dell’attività informativa prevista dalla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sia per decidere quali iniziative formative poter avviare in seguito”. Per Ghibellini occorre riflettere, in particolare, sulla situazione di estrema frammentazione del settore edile, con 30 mila addetti nella provincia, impiegati nella stragrande maggioranza dei casi in micro imprese, con una media di due lavoratori per ognuna. In questo contesto, esistono tre questioni fondamentali da affrontare sul versante della prevenzione dei rischi dei lavoratori stranieri: “In primo luogo – sottolinea – un problema linguistico, di difficile soluzione, visto che nel nostro Paese non esiste un obbligo di frequenza ad un corso di lingua italiana. In Germania, ad esempio, i lavoratori stranieri hanno un periodo di istruzione obbligatoria, durante il quale ricevono un sussidio di disoccupazione. C’è, inoltre, un problema culturale di fondo, in quanto nei paesi di provenienza dei lavoratori manca molto spesso una cultura diffusa della sicurezza sul lavoro. Infine, il lavoratore straniero, essendo l’ultimo arrivato, è messo quasi sempre a fare le attività più pericolose”. E’ su quest’ultimo elemento che insiste la responsabile degli Edili Cisl di Bologna, Rina Capponi : “I dati nazionali Istat sugli infortuni in edilizia registrano una leggera diminuzione; tuttavia, gli infortuni di piccola e media entità sono in aumento e riguardano soprattutto gli stranieri, ai quali sono quasi sempre assegnate, da subito, le mansioni nei cantieri più faticose. Inoltre, anche negli appalti pubblici manca l’attenzione sulla sicurezza, perchè le imprese che scelgono di effettuare forti ribassi lo fanno poi sempre a scapito della prevenzione”.
Francesco Tobia