Bene il decreto ma occorrono modifiche: è questa in sintesi la richiesta al governo dei sindacati delle costruzioni sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo spiegano in una nota unitaria i segretari generali di FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil, Panzarella, Pelle, Genovesi “il decreto va nella direzione giusta, ma vi sono alcune correzioni urgenti da fare già in fase di conversione e mancano alcune scelte di fondo. Per queste ragioni e per riconoscere l’uscita anticipata in pensione per i lavoratori delle costruzioni, continua la mobilitazione unitaria di FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che culminerà il 13 novembre prossimo con una manifestazione nazionale a Roma con i Segretari generali di CGIL, CISL e UIL”.
Nel merito del decreto, i segretari giudicano positivamente il “nuovo ruolo riconosciuto all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’ampliamento dei soggetti destinatari delle notifiche preliminari, l’implementazione della piattaforma informatica Inail e l’interoperabilità di tutte le banche dati dei soggetti ispettivi. Così come positive sono alcune modifiche previste dal nuovo art. 14 del Testo Unico, tra cui la riduzione dal 20% al 10% di lavoratori in nero ai fini del blocco dell’attività di impresa, così come il venir meno del concetto di ‘gravi e reiterate violazioni’, al fine di procedere al fermo produttivo anche a seguito di una sola ispezione”.
Per Feneal Filca Fillea, però, “alcune scelte e sviste vanno immediatamente recuperate già in fase di conversione. Prima di tutto, va reinserita la comunicazione preventiva alle autorità sanitarie della presenza di amianto, presente nel vecchio allegato 1 e sparita nel nuovo. Ancora oggi migliaia di operai si ammalano a seguito di esposizione all’amianto e il sindacato, proprio in questi giorni, è impegnato a sostenere in Europa norme più restrittive. Quindi occorre che tutte le casistiche previste dall’allegato 1 producano il blocco di attività, a partire dalla mancanza di protezioni verso il vuoto, dalla mancata applicazione di armature di sostegno, dall’omessa vigilanza su rimozione o modifica dei dispositivi di sicurezza o di segnalazione. Tutte fattispecie che ricorrono spesso in caso di infortuni mortali, nei cantieri e nelle fabbriche, come ricordano le cronache quotidiane. Il decreto, inoltre, prevede che se l’impresa ha solo un dipendente, e questi risulti a in nero, non vi sia blocco del cantiere: per assurdo i lavori potrebbero proseguire anche nel caso in cui vi fossero 4 operai unici dipendenti di 4 imprese diverse, tutti in nero. Così come occorre – proseguono – riportare in modo completo la dicitura del vecchio art. 14 del T.U che prevedeva in caso di sospensione che l’azienda non potesse contrattare con la Pubblica Amministrazione e partecipare a gare pubbliche. Oggi la nuova dicitura limita il divieto a contrattare con le PP.AA., ma ricordiamo che diverse grandi stazioni appaltanti come gli Aeroporti, Anas, RFI, ecc. pur non essendo pubbliche amministrazioni ricorrono a gare pubbliche”.
“Ovviamente però, anche così corretto, il decreto è per noi solo un primo passo nella direzione giusta” sottolineano i sindacati, che rilanciano le richieste unitarie: “innanzitutto chiediamo di acquisire nel più breve tempo possibile tramite la nuova banca dati nazionali le informazioni utili per dare immediato avvio alla Patente a Punti (art. 27 del Testo Unico) nostra prioritaria e urgente richiesta allo scopo di premiare le imprese serie e virtuose e penalizzare quelle più scorrette; un ruolo più attivo dell’Inail con l’assunzione di migliaia di giovani tecnici che possano svolgere funzioni di consulenza, asseverazione e intervento sul campo per i cantieri edili e non solo; l’introduzione dell’aggravante per “infortunio mortale sul posto di lavoro”, al fine anche di permettere il sequestro preventivo e la massima tutela per le famiglie delle vittime, sulla falsariga dell’aggravante di omicidio stradale; ulteriori investimenti e norme per la totale sensorializzazione dei macchinari in cantiere e per il fermo automatico”. “Idee e proposte non mancano, in un momento in cui il settore sta conoscendo una grande crescita grazie ai vari incentivi e consapevoli che buona parte del PNRR verrà messo a terra, attraverso appalti pubblici di lavori. Il momento è adesso perché crescita, buona occupazione e sicurezza, vadano di pari passo. Anche per queste ragioni e per sostenere queste proposte la mobilitazione unitaria degli edili continuerà, dando appuntamenti a tutte e tutti a Roma per il prossimo 13 novembre” concludono i sindacati.