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Sicurezza in edilizia, le proposte dei sindacati

Sicurezza in edilizia, le proposte dei sindacati

Roma
Ufficio stampa Filca nazionale
Presentate in Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli infortuni sul lavoro
Per arginare il fenomeno degli infortuni nel settore delle costruzioni è indispensabile una politica industriale che crei una concorrenza fra le imprese basata su fattori di qualità e innovazione. E non, come avviene oggi, su una concorrenza sleale basata sui costi, sull’evasione contributiva, sul lavoro nero e sull’elusione della normativa sulla sicurezza. È questo il cuore del documento presentato ieri in Commissione Parlamentare di Inchiesta sugli Infortuni sul Lavoro dalle organizzazioni sindacali di categoria Filca, Feneal e Fillea. Partendo da questo presupposto i sindacati hanno illustrato una serie di proposte che partono dal presupposto che nell’edilizia la politica per la sicurezza non può che essere interdisciplinare e basata su una azione sinergica di tutti i soggetti.
“Abbiamo presentato una nota unitaria – spiega Lanfranco Vari, operatore politico della Filca nazionale – con proposte serie e condivise, tra le quali figurano la necessità di disciplinare l’accesso alla professione e l’individuazione di soluzioni che consentano l’assegnazione degli appalti secondo il meccanismo dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Ma nella nota chiediamo anche l’utilizzo della congruità per consolidare l’esperienza del Durc, la riduzione degli oneri fiscali per incentivare la regolarità delle imprese, parità di condizioni fra lavoratori immigrati e italiani, il rafforzamento del Rappresentate territoriale per la Sicurezza e l’incremento della formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro”. Nei cantieri di ogni dimensione le organizzazioni sindacali registrano ogni giorno, e in tutta Italia, la mancanza delle più elementari misure di prevenzione. Le cause sono da ricercarsi nel meccanismo dell’appalto, nella logica del massimo ribasso e nel ricorso alla lunga catena dei subappalti e della sub-contrattazione di servizi, noli e forniture. Ad aggravare la situazione c’è l’estesa presenza di lavoro nero e irregolare, che in alcuni casi raggiunge punte del 40% della manodopera.
“Tra i fenomeni negativi che interessano il settore – prosegue Vari – notiamo quello del caporalato, che riguarda ormai piccoli e grandi cantieri ed è il terreno di infiltrazioni malavitose, e lo sfruttamento esasperato di lavoratori stranieri. A questo proposito contestiamo il distacco di lavoratori nell’ambito di una prestazione di servizi, meccanismo che consente di importare temporaneamente in Italia lavoratori da altri Stati. In questo modo le aziende hanno consistenti risparmi previdenziali rispetto alla manodopera italiana e si moltiplicano casi di sfruttamento e infortuni gravissimi, spesso mortali. Si tratta di situazioni che drogano il mercato, penalizzano le aziende che vogliono rispettare le regole e spingono al ribasso la competizione fra imprese”. Tra i temi affrontati nel corso dell’audizione anche l’insufficienza dei controlli pubblici: secondo alcuni calcoli effettuati dalla Filca di Roma, infatti, nella Capitale un’azienda edile riceverebbe in media un’ispezione ogni 33 anni. Una situazione purtroppo assai diffusa sull’intero territorio nazionale e che lascia dormire sonni tranquilli agli imprenditori che non rispettano le norme.

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