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SICURBAU DI PALERMO, INSORGONO I SINDACATI: “NEGATO IL LAVORO A CHI HA SCIOPERATO”

SICURBAU DI PALERMO, INSORGONO I SINDACATI: “NEGATO IL LAVORO A CHI HA SCIOPERATO”

Sindacati edili in mobilitazione a Palermo, dopo la decisione dell’azienda Sicurbau di negare il lavoro ai dipendenti che hanno aderito allo sciopero del 29 giugno scorso. I dipendenti che sono tornati in cantiere in più di un’occasione, tentando di riprendere il proprio lavoro, si sono visti sbarrare i cancelli. “Vi intimiamo a fare riprendere immediatamente l’attività lavorativa ai lavoratori illegittimamente sospesi” – dichiarano i segretari di Fillea, Filca e Feneal, Francesco Piastra, Dino Cirivello e Angelo Gallo – “Diversamente ci vedremo costretti ad assumere opportune iniziative sindacali ed eventualmente legali per reprimere e sanzionare la condotta antisindacale secondo quanto contemplato dall’art 28 della legge 300 del 70”.

“Da diverso tempo denunciamo irregolarità di legge e di contratto nonché il mancato rispetto delle norme di sicurezza all’interno della galleria – aggiungono i segretari di Fillea, Filca, Feneal Francesco Piastra, Dino Cirivello e Angelo Gallo – Le maestranze pur lavorando più di otto ore al giorno, ricevono una paga difforme, che non tiene conto delle ore svolte in regime di straordinario. Il lavoro si protrae oltre le otto ore e fino a 11 ore. Si sono registrati picchi in alcuni casi di 18 ore di lavoro consecutive”.

“È inaccettabile tale condizione, che ci riporta indietro nel tempo del latifondo dove comandavano i campieri e i mafiosi” – denunciano Francesco Piastra, Dino Cirivello e Angelo Gallo – “I lavoratori hanno scioperato legittimamente secondo i dettami della Costituzione. E in questi mesi hanno fornito elementi oggettivi alle organizzazioni sindacali, per denunciare le gravi inadempienze aziendali. Non solo hanno visto cadere nel nulla le denunce, ma hanno subito un atto di discriminazione, vedendosi negati addirittura il lavoro. Tutto questo si verifica in un appalto pubblico. I lavoratori sono sfiduciati e arrabbiati. Quanto è accaduto è un monito anche per gli altri lavoratori. Chi protesta e chi denuncia viene punito”. 

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