Il mondo dell’edilizia in Sicilia è pronto ad intraprendere iniziative anche eclatanti per denunciare la totale indifferenza e l’esasperante incapacità della politica regionale. La decisione inedita nella storia del comparto delle costruzioni siciliane è stata presa all’unanimità nel corso della riunione tenutasi ieri nella sede dell’Ance Sicilia, in via Alessandro Volta, 44 a Palermo, della Consulta regionale delle Costruzioni, formata da 20 fra associazioni imprenditoriali, ordini professionali e sindacati dei lavoratori edili. “Siamo inorriditi – hanno dichiarato all’unisono tutti i soggetti facenti capo alla Consulta – per la mancanza di risposte da parte del presidente della Regione, Rosario Crocetta e dall’assessore regionale all’Economia Baccei, a cui abbiamo chiesto innumerevoli volte un confronto, rimasto sempre lettera morta. E’ un fatto mai verificatosi a memoria d’uomo, segno di un cinismo e di una assoluta incompetenza, soprattutto in considerazione dei 65mila occupati in meno e delle 2.442 imprese chiuse dal 2008 al 2012 “.
La Consulta torna a chiedere un incontro al Presidente della Regione così come all’Assessore Regionale all’Economia e contemporaneamente chiederà incontri al Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. così come a tutti i Capigruppo parlamentari.
“Saremo costretti – aggiungono tutti i componenti della Consulta – ad organizzare una grande manifestazione regionale di protesta, oltre che altre mobilitazioni a livello territoriale, sino ad arrivare ad un dialogo diretto con il Governo nazionale, fino ad adesso inteso come extrema ratio perché abbiamo preferito essere rispettosi delle Istituzioni regionali. Ma cambieremo modalità di azione e di comportamento qualora l’offensivo e umiliante silenzio della politica regionale perduri. Quella stessa classe politica che, per inciso, non è riuscita neanche ad approvare una legge di tre articoli di modifica della normativa regionale sugli appalti, ritenuta prioritaria per riportare la materia almeno nell’alveo della ragionevolezza, se non della legalità”.
Di seguito i dati aggiornati sulla gravissima crisi dell’edilizia in Sicilia:
- fra il 2008 e il primo semestre 2014 il numero di occupati diretti è crollato da 152 mila a 87 mila unità (65 mila in meno, pari a -43%, cui vanno aggiunti quelli dell’indotto); (Fonte: ANCE – ISTAT)
- fra il 2008 e il 2012 hanno chiuso battenti 2.442 imprese del settore; (Fonte: ANCE – ISTAT)
- fra il 2007 e il 2012 i permessi per costruire abitazioni si sono ridotti del 51,4% (da 15.656 a 7.035); (Fonte ANCE – ISTAT)
- le compravendite di case fra il 2005 e il 2013 sono precipitate del 54,2% (da 49.094 a 28.282); (Fonte: ANCE – ISTAT)
- nel periodo 2007-2013 gli importi dei mutui casa erogati hanno subito una flessione del 69,3% (da 2.890 a 886,6 milioni di euro); (Fonte: ANCE – ISTAT)
- Il mancato utilizzo pari a 5 miliardi di euro (Fonte Osservatorio ANCE Sicilia) di risorse europee e statali per opere pubbliche ha comportato la mancata creazione di 85mila posti di lavoro; (Fonte: ANCE – ISTAT)
- Opere pubbliche: nel 2014 state poste in gara opere per un importo di appena 356,4 milioni di euro, pari a -3,58% rispetto al 2013 e del 71,93% rispetto al 2007; (Fonte: Osservatorio ANCE Sicilia)
- Circa 90 mila lavoratori (edili e dell’indotto) licenziati (dal 2008 al 2015) pari a 30 Termini Imerese; (Fonte: Casse Edili)
e gli 11 punti della piattaforma “Sblocca Edilizia Sicilia”:
- modifica della legge regionale sugli appalti secondo lo schema già approvato in IV Commissione parlamentare in data 3 marzo 2015 e nuova legge urbanistica ferma dal 1978;
- Immediato pagamento di tutti i debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese dovuti sia a Crisi di Liquidità che ai Vincoli del Patto di Stabilità;
- realizzazione delle opere bloccate quali, a titolo d’esempio, le 27 opere cantierabili (finanziate e progettate) per 3 miliardi di euro, in notevole ritardo, le tanto annunciate opere previste per la mitigazione del rischio idrogeologico e sismico e la manutenzione degli edifici scolastici;
- Utilizzo completo, veloce, serio ed efficace di tutte le possibilità di finanziamenti dell’unione europea diretti ed indiretti, sia della scorsa programmazione 2007-2013, in notevole ritardo, che della nuova 2014-2020 recuperando il finanziamento nazionale al 50%;
- allentamento del patto di stabilità con esclusione dallo stesso degli investimenti per le infrastrutture, per la mitigazione del rischio idrogeologico, per la manutenzione degli edifici scolastici e per il cofinanziamento delle opere finanziate con i Fondi UE;
- Immediata creazione di lavoro produttivo;
- Immediata individuazione di chiare, efficaci e condivise politiche di sviluppo per la Regione Siciliana;
- sburocratizzazione della macchina amministrativa regionale, semplificazione normativa e recepimento dinamico delle leggi nazionali;
- incentivi per l’edilizia agevolata in termini di maggiore durata dei mutui e incremento dei limiti di reddito per l’accesso;
- legalità reale e sicurezza sul lavoro attraverso l’esercizio della potestà legislativa che preveda anche il potenziamento degli organi ispettivi contro il lavoro nero;
- mitigazione dei requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi stabiliti per la partecipazione alle gare per i servizi di ingegneria e architettura.