SICILIA, IL 1° MARZO MANIFESTAZIONE UNITARIA DEI SINDACATI DELLE COSTRUZIONI

SICILIA, IL 1° MARZO MANIFESTAZIONE UNITARIA DEI SINDACATI DELLE COSTRUZIONI

Pubblichiamo di seguito una nota del segretario generale della Filca Cisl Sicilia, Santino Barbera, sulla situazione economica nell’isola e sulla manifestazione unitaria del 1° marzo prossimo, in vista dell’iniziativa a Roma di sabato 3 marzo. 
La Sicilia è giunta ai titoli di coda. Ecco, perché, il mondo del lavoro e delle imprese alza la voce. Un territorio che conta 5 milioni di abitanti (2 milioni il numero delle famiglie), con un reddito medio pro capite di poco superiore ai 7mila 700 euro si ribella ad una politica mediocre capace, a volte, di trasformare un semplice sondaggio in una rissa mediatica. Perché in quei sondaggi da supermercato (o da coop, poco importa), si misura il termometro elettorale. Meritiamo questo.
La crisi economica degli stati sovrani produce tutt’ora colate di lava che nel suo percorso non risparmia niente e nessuno. Un clima arroventato che bisogna cancellare. La Sicilia che soffre, suda, la Sicilia umile e scalza, la Sicilia del lavoro e della produzione, è in rivolta contro i centri del potere  e dell’immobilismo. Contro la politica autoreferenziale che si guarda allo specchio vedendo solo sé stessa.
Un’intera Regione si muoverà insieme alle forze sociali (associazione datoriali, organizzazioni sindacali, semplici cittadini) perché pretende rispetto. Pretende lavoro, sviluppo, occasioni di lavoro. Il settore delle costruzioni, in Sicilia, è stato fra quelli che più hanno pagato in termini occupazionali, sociali ed economici  la crisi che da oltre tre anni ha devastato il Paese. L’assenza di provvedimenti adeguati a contrastarla ha prodotto nell’ambito regionale una perdita secca di circa 40 mila posti di lavoro, 300 mila in ambito nazionale, l’aumento dell’illegalità e dell’irregolarità del lavoro e l’indebolimento complessivo di un sistema di imprese già fortemente destrutturato.
Questo lo spirito che animerà la manifestazione regionale dell’1 marzo a Palermo. Occorre una straordinaria coesione sociale per frenare questo clima di guerra: Confindustria, Confcommercio, CNA, Confesercenti, Confartigianato, CIA, Confagricoltura, Confapi, Casartigiani, Claai, Confcooperative, Legacoop, Unicoop, CGIL, CISL, UIL, UGL, in prima linea, fianco al fianco, per ridare slancio alla Sicilia che deve rialzarsi in un clima diverso. Non può passare inosservato, infatti, che il settore delle costruzioni attende ancora risposte concrete a distanza di qualche anno dagli Stati Generali.
Il silenzio non può divenire la regola. Bisogna invertire la rotta.
Le parti sociali (associazioni datoriali e organizzazioni sindacali) hanno il compito di dare un segnale alla Sicilia: evitiamo alla politica mediatica e rissosa di scrivere l’agenda della ripresa economica perché è in uno stato confusionale piuttosto evidente. Le parti sociali devono compiere uno sforzo straordinario per favorire gli investimenti, la produttività e l’occupazione. Dobbiamo farci carico dei problemi generali della Sicilia facendo appello alla politica che continua ad avere il senso della propria funzione (e della responsabilità) per governare e risolvere i problemi. Questo  è  l’unico  modo  per  uscire  dall’empasse  in  cui  ci  troviamo. Un nuovo patto sociale per restituire credibilità  e  fiducia  alla  politica  economica siciliana.
Le parti sociali hanno stilato un programma con alcuni punti essenziali per favorire la ripresa e l’occupazione: un piano straordinario  per attivare  in pochi mesi  le opere infrastrutturali materiali e immateriali cantierabili; facilitare l’accesso al credito alle imprese ed  alle famiglie; sostegno all’occupazione  produttiva  nelle  imprese; sostenere  la  competitività  delle  produzioni  agroalimentari  rispetto  alle  scelte  dell’UE; l’attivazione immediata dei Fondi Europei; il cambiamento delle procedure inique di riscossione della Serit e interventi compensativi; lo snellimento delle procedure amministrative. Sono proposte concrete per chiedere interventi per la crescita, lo sviluppo ed il lavoro, per la riorganizzazione delle politiche sociali e sanitarie, per accelerare programmi ed investimenti delle infrastrutture strategiche e per incalzare, anche in Sicilia, il Governo, le amministrazioni locali e la politica regionale ad operare forti e credibili tagli ai costi della politica e del funzionamento delle amministrazioni pubbliche.  I riflettori devono essere puntati soprattutto sulle infrastrutture per ridare fiato al settore delle costruzioni per la sua funzione anticiclica, in grado di far risalire il Pil.
Gli appelli lanciati dagli Stati Generali non hanno ancora avuto risposte sufficienti. Ecco, perché, il 3 marzo si terrà a Roma la manifestazione nazionale organizzata da FILCA CISL, FENEAL UIL, FILLEA CGIL, dove verrà illustrata la piattaforma per fare ripartire il settore delle costruzioni, per garantire regolarità  e legalità. C’è la necessità di consolidare l’alleanza sociale tra le rappresentanze del lavoro e delle imprese per isolare i poteri mafiosi e contrastare il tentativo di infiltrazione della criminalità. La Sicilia va affrancata dal potere mafioso per determinare condizioni di sviluppo vero nella legalità.

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