“Se gli amministratori pubblici siciliani si faranno sfuggire l’occasione di inserire le opere incompiute nel decreto ‘Sblocca Italia’, l’unica cosa che resterà loro da fare sarà quella di dimettersi in massa”. A dirlo è Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia che aggiunge: “Sta per scadere il termine per l’inserimento nell’elenco voluto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per il rilancio del settore delle costruzioni e per il completamento di opere ferme a causa di problemi economici. Si parla di risorse ingenti, circa un miliardo di euro, tanto che i sindaci di Torino, Napoli e Bari, ad esempio, hanno inviato una lista consistente di opere, la cui realizzazione da un lato darà una boccata d’ossigeno all’edilizia locale, dall’altro porterà evidenti benefici al territorio. Gli unici assenti, ad appena 15 giorni di tempo dalla scadenza dei termini, sono i comuni siciliani che non hanno presentato alcuna tabella di incompiute, brillando ancora una volta per incapacità di gestione della cosa pubblica”. Secondo Barbera,” è ora che chi amministra ad ogni livello la Sicilia, avverta la necessità di una burocrazia efficiente, capace e tempestiva”.”La logica di chi governa oggi la nostra isola, in qualunque ruolo – afferma Barbera- è quella del tirare a campare e per riflesso la logica dei burocrati è quella dello stipendio mensile come unico obiettivo professionale. Solo così si spiega la mancanza di un elenco di opere incompiute nell’isola da inserire nel decreto ‘Sblocca Italia’”. “Ci auguriamo – conclude Barbera – che nei prossimi 15 giorni gli amministratori locali e regionali si diano finalmente una mossa, trasmettendo la lunghissima lista di opere incompiute in Sicilia. Noi non staremo inermi a guardare, perché i 75 mila disoccupati edili non possono essere ancora le vittime dei giochetti della politica e della burocrazia. Se tutti i sindaci e i governanti siciliani non sono in grado di fornire al governo nazionale un elenco di incompiute se ne vadano per evitare di fare danni ulteriori alla Sicilia”.