Accordi in edilizia e nei lapidei per il rilancio dell’occupazione
RAGGIUNTO l’accordo in Sicilia per il rinnovo del contratto integrativo regionale dei lavoratori edili dipendenti delle Cooperative di produzione e lavoro. La firma da parte dei sindacati fa scattare per i lavoratori gli incrementi salariali, complessivamente del 14%, già con decorrenza retroattiva dal primo gennaio 2003. In particolare, gli scatti saranno pari al 9% fino a tutto giungo 2003; dal 1° luglio, poi, toccheranno la soglia dell’11% e dal primo dicembre del 2003 si attesteranno al 14%. Soddisfazione per il rinnovo dell’integrativo regionale è espressa dal segretario generale della Filca Cisl Sicilia , Santino Spinella , impegnato nella trattativa con le Lega Coop: “E’ un ulteriore passo avanti verso una maggiore tutela a vantaggio dei lavoratori edili siciliani sia sul versante normativo, sia su quello salariale. “E’ importante – aggiunge – anche avere sancito, nel rinnovo dell’integrativo, il riconoscimento del delegato alla sicurezza dei cantieri, nonché la possibilità per i delegati di usufruire dei permessi sindacali retribuiti per la partecipazione ai corsi di formazione professionale su temi riguardanti la sicurezza nei luoghi di lavoro”. Un salto di qualità, quindi, sul versante della tutela dei lavoratori, rafforzato dalla presenza del delegato di bacino, previsto nell’accordo sottoscritto con l’Ance 4 anni fa. Fissata, inoltre, anche una condizione migliorativa sul versante del vestiario rispetto ai contratti sottoscritti con l’associazione dei costruttori ( Ance ): le Coop si impegnano a fornire ai propri dipendenti, in aggiunta al vestiario consegnato dalle Casse Edili, una coppia di tute per le diverse stagioni e un paio di scarpe antinfortunistiche. “In Sicilia si sta chiudendo il cerchio sull’intera partita della contrattazione di secondo livello – nota Spinella – visto che adesso manca soltanto la firma con l’Ance dell’integrativo a Ragusa e la partita con le imprese artigiane. L’impegno della Filca Cisl siciliana ? precisa Spinella ? continua, infatti, sul terreno di un confronto ancora aperto con le associazioni artigiane alle quali è stata inoltrata la piattaforma del contratto integrativo regionale. Ci sono buone prospettive ? sottolinea ? affinché in breve tempo si possa arrivare alla firma anche con questa parte datoriale raggiungendo l’obiettivo di applicare il contratto collettivo, per la prima volta in Sicilia, anche ai lavoratori delle imprese artigiane”. Sarebbe una conquista importante in un comparto che ha aiutato a sopperire la carenza negli ultimi anni di investimenti pubblici e che risulta presente in tutte le province siciliane, sia pure con differenze a volte notevoli, come dimostra il confronto tra Ragusa , che detiene la percentuale più elevata di imprese artigiane, il 23% e il resto dell’isola, dove la media si attesta tra il 3,5 e il 4%. Sul fronte inoltre della lotta all’irregolarità contributiva, Spinella ricorda come in tutti i contratti integrativi con l’Ance è stato finora previsto il documento unico di regolarità contributiva ( Durc ), poi “assorbito” anche dalla legge regionale sugli appalti, approvata il 7 agosto 2002. “Il Durc è un po’ anche il frutto dell’azione del nostro sindacato in Sicilia – chiarisce il responsabile della Filca isolana – perchè già la legge n.20 del ’99, all’articolo 21 stabiliva l’obbligo da parte dell’impresa, per il rilascio del certificato di agibilità e abitabilità degli edifici privati, di dimostrare il versamento dei contributi a Inps, Inail e Casse Edili. Si trattava, in sostanza, del meccanismo del “conflitto di interesse” tra committente e impresa appaltatrice, meglio esplicitato poi nel Durc”. E da un’isola all’altra, la Sardegna ha dato il via a due accordi nel settore lapideo, sottoscritti dalla Confindustria regionale, le aziende del settore e da Cisl, Cgil e Uil di categoria, per individuare gli strumenti necessari per rilanciare il comparto e per richiedere il riconoscimento dello stato di crisi. Crisi che ha colpito profondamente il 90% delle imprese, per la maggior parte impegnate nell’estrazione di granito, costrette alla chiusura nel giro di un anno, come in Gallura , nel Logudoro e nella Baronia . Quattro i punti fondamentali lungo i quali andranno articolati gli interventi, come spiega il segretario generale della Filca Sardegna , Renzo Corveddu : “L’abbattimento del costo energetico attraverso una riduzione della bolletta Enel riferita all’attività produttiva; la creazione delle infrastrutture necessarie per il sostegno all’esportazione dei prodotti creati in loco e un abbattimento dei costi per il trasporto su nave delle merci estratte nell’isola. Infine – aggiunge Corveddu -, la richiesta al ministero competente dell’attivazione della procedura per il riconoscimento dello stato di crisi, per gli ammortizzatori sociali”. A corredo di queste misure, il sindacalista Filca sottolinea anche la necessità di puntare sull’utilizzo del materiale di scarto conseguente all’estrazione del granito, “attraverso un percorso di formazione ad hoc e di ecocompatibilità della produzione. Si potrebbe in questo modo – precisa Corveddu – creare anche una nuova filiera e rafforzare la cultura e la tradizione esistente in Sardegna nella lavorazione, ad esempio, del granito, avviando, allo stesso tempo, la stessa attività di recupero dei nostri centri storici”.
Francesco Tobia