Si è aperto uno spiraglio nella vicenda della Natuzzi, il gruppo di Santeramo in Colle (Bari) che produce mobili imbottiti. Questa mattina, infatti, il Ministero dello Sviluppo economico ha formalizzato l’avvio delle fasi di elaborazione dell’Accordo di Programma, che rappresenta certamente una delle soluzioni alla pesante crisi che sta investendo il Gruppo e che sta mettendo in ginocchio il territorio della Murgia, a cavallo tra la Puglia e la Basilicata. La svolta è arrivata dopo un vertice presso il Ministero, al quale hanno partecipato alcuni sindaci dei Comuni interessati e i sindacati, presenti il segretario nazionale della Filca, Enzo Pelle, il segretario generale della Filca Cisl Puglia, Enzo Gallo, i rappresentanti della Filca di Bari, Silvio Gullì, e di quella di Taranto, Ivo Fiore e numerose Rsu degli stabilimenti Natuzzi. Contestualmente all’incontro una settantina di dipendenti ha organizzato un presidio presso la sede del Ministero.
“La nota diramata dal Ministero al termine dell’incontro – ha dichiarato Gallo – anche se stringata, parla chiaro. Il prossimo 12 gennaio, infatti, il Ministero incontrerà le Regioni Puglia e Basilicata per iniziare l’elaborazione dell’Accordo di Programma e, cosa estremamente importante, per definire le relative risorse. In seguito il Mise incontrerà i comuni interessati, che sono 8 di tre province diverse, e infine saranno convocate le parti sociali per una valutazione del lavoro svolto”. Su un punto le organizzazioni sindacali sono state perentorie: la sottoscrizione dell’Accordo di programma, hanno detto ieri, dovrà avvenire entro il prossimo febbraio.
“Sulla vicenda si è perso fin troppo tempo – accusa il segretario nazionale Paolo Acciai – basti pensare che nell’ottobre scorso siamo arrivati al 9° anno di concessione di ammortizzatori sociali per il Gruppo, che da parte sua continua a presentare piani per il rilancio dell’azienda. Più volte i sindacati hanno invece proposto di realizzare azioni mirate per l’aumento della produttività e la qualità nell’ottica di una reale partecipazione dei lavoratori, auspicando azioni di responsabilità sociale d’impresa. Parole inascoltate dai vertici dell’azienda”. Inoltre nella vicenda ha sicuramente pesato il clamoroso ritardo con il quale il Governo ha sostituito l’ex ministro Scajola, dimessosi per le note vicende personali nelle quali è rimasto coinvolto.
Poltrone vacanti a parte, la situazione del Gruppo resta critica: attualmente è prevista la Cassa integrazione a rotazione per 1.400 dipendenti, per un numero massimo di 2.940 lavoratori. Si calcola inoltre che nei soli comuni pugliesi i lavoratori dell’indotto colpiti da Cig o mobilità siano circa 3.000. E gli ultimi dati forniti dal Gruppo, che ha dichiarato che nel secondo trimestre del 2010 ha ridotto le perdite nette a 2,8 milioni di euro, contro i 3,9 milioni dello stesso periodo del 2009, e che ha riscontrato un aumento delle vendite di salotti pari al 12%, non sono sufficienti a risalire la china. Mostra un cauto ottimismo Tommaso Contaldo, segretario generale della Filca di Bari, certamente uno dei territori più colpiti dalla crisi del mobile imbottito: “L’Accordo di Programma avrà il merito di sbloccare una situazione di stallo davvero critica per il nostro territorio. Mi auguro davvero che il Ministro rispetti i patti e riesca a dotare il settore di un documento e di risorse significative. Ci sono migliaia di famiglie in fortissima difficoltà e alle quali è doveroso dare risposte certe”.