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Settore legno, lavoratori in sciopero il 6 maggio

Settore legno, lavoratori in sciopero il 6 maggio

Situazione di stallo in edilizia, dove è tutto rinviato al 28 aprile e al 5 e 6 maggio
I sindacati delle costruzioni hanno proclamato uno sciopero di otto ore per giovedì 6 maggio a sostegno della vertenza contrattuale del legno, che interessa 200 mila lavoratori impiegati nel settore industria. Restano da fissare le modalità di attuazione della protesta a livello territoriale, regionale o interregionale a sostegno del rinnovo del contratto scaduto a fine dicembre 2003. “La decisione di proclamare otto ore di sciopero su tutto il territorio nazionale è stata assunta unitariamente – spiega il segretario nazionale della Filca-Cisl, Piero Baroni -. Con Federlegno e con Unital-Confapi non abbiamo fissato nuove date d’incontro, visto che le rispettive posizioni risultano molto distanti”. Due i punti di maggiore attrito tra sindacati e imprenditori: l’armonizzazione nel sistema delle recenti novità legislative, come la legge Biagi e quella sull’orario di lavoro, e l’esigibilità della contrattazione di secondo livello. A Treviso la Filca ha annunciato una serie di astensioni dal lavoro della durata di due ore distribuite tra i vari stabilimenti del legno arredo in più giorni, per protestare contro il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Il settore è diffuso in tutta la provincia, con oltre 3.300 unità produttive di cui 1.800 artigiane, in cui trovano occupazione 8 mila addetti, 1.500 nell’industria con 15 mila dipendenti.. “Le aziende vogliono mano libera sia per le assunzioni sia per l’orario di lavoro – sottolinea il segretario della Filca Cisl trevigiana, Salvatore Federico – e nella piattaforma che abbiamo inviato agli industriali non vengono accolti termini come “mobbing” e non si vuole considerare l’aumento di 88 euro chiesto per compensare l’inflazione”. Intanto il confronto sulla trattativa per il rinnovo del contratto in edilizia, che interessa oltre un milione di lavoratori in Italia si sposta al 28 aprile e al 5 e 6 maggio prossimi. “C’è stato qualche passo in avanti sul terreno dell’orario di lavoro – spiega il segretario generale aggiunto della Filca Cisl, Giuseppe Virgilio, al termine della due giorni di trattative con l’Ance – , ma abbiamo espresso la nostra chiara indisponibilità a trattare sulla proposta di pagamento delle ferie non tramite le Casse Edili, che avrebbe l’effetto di precarizzare le tutele del rapporto di lavoro in edilizia”. Da parte sindacale è stata anche riaffermata la decisione di mantenere la responsabilità in solido tra impresa appaltatrice e impresa subappaltatrice, che l’Ance, invece, chiede di togliere dal contratto dopo che il legislatore ha già abrogato la legge n.1369 del 1960. “Inoltre – aggiunge il segretario generale aggiunto degli Edili Cisl – vogliamo conoscere la proposta della controparte circa gli indici di congruità dei versamenti, ovvero della regolarità contributiva delle imprese, certificata dalle Casse Edili. A questo bisogna poi aggiungere la verifica sull’applicazione del Documento unico di regolarità contributiva, la cui Convenzione nazionale è stata firmata lo scorso 15 aprile. Intanto, da qui fino al 6 maggio prossimo – conclude Virgilio – accompagneremo l’intero periodo delle trattative con iniziative di coinvolgimento e di pressione dei lavoratori del settore, con presidi e volantinaggio nei cantieri. E se il 6 maggio non si arriverà alla firma del rinnovo contrattuale saremo pronti a dichiarare lo sciopero generale dell’edilizia”.

Francesco Tobia

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