Importante sentenza del Gup del Tribunale di Bari su caporalato e riduzione in schiavitù. Il giudice infatti, l’8 aprile scorso, ha sentenziato che approfittare dello stato di bisogno di un immigrato, sfruttandone le prestazioni lavorative, configura il reato di riduzione in schiavitù. Il tribunale barese ha ribadito che “la situazione di necessità della vittima, quale presupposto della condotta approfittatrice dell’agente, deve essere intesa come qualsiasi situazione di debolezza o di mancanza materiale o morale del soggetto passivo, adatta a condizionarne la volontà personale”.
La vicenda è nata a seguito di minacce e sfruttamento di cittadini rumeni, segregati in un casolare di campagna isolato privo di acqua e luce e costretti a lavorare nei campi anche 8 ore al giorno, dietro un compenso irrisorio.