“SCUOLE E STRADE IL DOPPIO DANNO DELLE OPERE ANCORA BLOCCATE”

“SCUOLE E STRADE IL DOPPIO DANNO DELLE OPERE ANCORA BLOCCATE”

Intervento del segretario nazionale Stefano Macale sul “Nuovo Quotidiano di Puglia” di venerdì 14 settembre 2018.
 
Che anche la Puglia, così come il Mezzogiorno d’Italia, abbia assoluta necessità di più edilizia, in termini di manutenzioni ordinarie e straordinarie, è un dato di fatto. Il solo Piano triennale della Regione Puglia per l’edilizia scolastica ha avuto ben 651 richieste di interventi da parte dei Comuni e delle Province, parte delle quali riguardano la messa a norma di plessi scolastici risalenti allo scorso secolo. E ancora. In Puglia sono più di 50 le opere incompiute (soprattutto infrastrutture) che ridarebbero ossigeno proprio al comparto dell’edilizia. Opere spesso bloccate per ideologia, battaglie legali o burocrazia, come ci insegnano i casi della Tap o della Maglie-Santa Maria di Leuca. Tutto ciò mentre il monte ore lavorate è andato a picco anche nel 2017: più semplicemente mentre il Sud avrebbe un bisogno vitale di manutenzione e nuove opere, crolla l’occupazione legata ad entrambi i settori. E dire che da anni la Filca-Cisl sollecita i governi a nuovi investimenti mentre, invece, l’Italia ne ha registrato una caduta del 34,38% e il Mezzogiorno ha visto peggiorare tutti gli indicatori rispetto al Centro-Nord. L’unica triste certezza che abbiamo annotato in Puglia si riferisce al calo di quasi il 40% degli operai edili, in un settore che rappresenta il 10% del Pil regionale. A questo punto resta da fare solo una cosa: chi ci governa, a tutti i livelli, dovrebbe destinare importanti risorse per quelle che riteniamo le priorità del settore, vale a dire la messa in sicurezza del territorio, la manutenzione seria e puntuale delle infrastrutture e degli immobili pubblici, la realizzazione o il completamento delle grandi opere utili alla collettività ed all’economia della regione. Mi auguro che non ci si limiti ad un mero e banale calcolo delle risorse da stanziare, ma si tengano in considerazione gli immensi benefici per i lavoratori del comparto edile, per l’economia del territorio, per la collettività. Quest’ultima sta pagando un prezzo altissimo, come la tragedia del Ponte Morandi di Genova insegna. Tutti noi abbiamo diritto a vivere in un territorio sicuro, con opere efficienti. I nostri figli hanno il diritto di frequentare scuole sicure e moderne. Ecco perché aprire i cantieri e ridurre la burocrazia si tradurrebbe in un beneficio non solo per la Puglia ed i pugliesi, ma vista la posizione strategica della regione, anche per il mercato del lavoro meridionale e l’intera economia nazionale. Lasciarsi sfuggire questa occasione sarebbe un errore imperdonabile.

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