“Non spetta a noi conteggiare le adesioni dei lavoratori ad uno sciopero, ma di fronte ai dati non corretti diffusi dalla Fillea-Cgil siamo costretti a rettificare, anche a tutela dei tanti iscritti della Filca-Cisl che lavorano nelle aziende citate”. Lo ha dichiarato Domenico Pesenti, segretario generale della Filca, commentando la nota con la quale la Fillea ha evidenziato l’alto numero di adesioni in alcune delle aziende dei settori seguiti dalla categoria (edilizia, legno, cemento, lapidei e laterizi e manufatti.
“Qualche esempio – spiega Pesenti – può servire a ‘correggere il tiro’ delle dichiarazioni della Fillea: alla Cementir di Caserta, 150 dipendenti, non c’e’ stato il 70% di adesioni perché hanno aderito solo in 2. Alla Baraclit di Arezzo non hanno scioperato tutti e 320 i dipendenti ma 220. Che è un bel numero ma non rappresenta la totalità. Alla 3B di Treviso, 630 dipendenti, l’adesione non è stata pari al 70% ma all’1%. Idem alla Calligaris di Udine, 440 dipendenti: non l’80% di adesioni ma solo il 15%. Questi i dati delle fabbriche, senza contare che nel settore edile le adesioni sono state bassissime, con i cantieri rimasti tutti aperti, e in grandi realtà del legno, come Molteni e Cassina, non si registra alcuna adesione. I dati ‘reali’ – sottolinea Pesenti – dimostrano come sia necessario ricostruire un percorso di concertazione e collaborazione con le controparti, come avvenuto con gli Stati Generali delle Costruzioni. Il futuro dell’economia – conclude il numero uno della Filca – si costruisce attraverso gli accordi, e non con sterili lotte di contrapposizione”.