“Il nostro giudizio sullo sblocca-cantieri resta immutato, nel metodo e nel merito: siamo delusi e preoccupati da un testo che non solo non sbloccherà alcuna opera, ma che bloccherà invece quel percorso di legalità avviato faticosamente nel settore delle costruzioni, notoriamente terra di conquista della criminalità. Il governo ne prenda atto e cambi subito il provvedimento sblocca-illegalità”. Lo dichiara Franco Turri, segretario generale Filca-Cisl. “Portare al 50% i lavori da subappaltare – spiega Turri – o innalzare la soglia massima per l’affidamento diretto dei lavori, sono due misure che non sbloccheranno un solo cantiere, ma che pongono invece un serio rischio di illegalità nel settore edile, perché favoriscono il riciclaggio del denaro sporco e le infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel sistema degli appalti. Il ricorso al subappalto a catena, per esempio, ha come effetto una riduzione della spesa per realizzare l’opera, pregiudica la concorrenza leale tra le imprese, abbassa la qualità del lavoro, si pensi a strade o ponti, costringe gli imprenditori ad abbassare le retribuzioni degli addetti, favorisce l’evasione fiscale e contributiva, fa aumentare i rischi di infortuni per i lavoratori, per il risparmio delle risorse destinate alla sicurezza. Davvero non si comprende il motivo per cui questo governo non ha tenuto in minimo conto le osservazioni nostre e della Cisl nazionale, evitando addirittura di consegnare alle parti sociali il testo definitivo del provvedimento. Un atteggiamento che stigmatizziamo perché calpesta le più elementari regole di relazioni sociali e non fa il bene del Paese. Il nostro giudizio sul decreto quindi resta fortemente negativo nel metodo e nel merito, e dopo lo sciopero del 15 marzo scorso, con 20 mila persone in piazza del Popolo, siamo pronti a nuove mobilitazioni per affermare la legalità nelle costruzioni e per chiedere misure per una vera ripresa del settore. Il decreto, dunque, non sblocca i cantieri, non dà lavoro alle persone, non rimette in moto l’economia, non salva le imprese, grandi o piccole che siano. E invece solo il rilancio delle costruzioni, come è noto, è in grado di rimettere in moto l’intera economia, oggi in recessione. Il governo rimedi a questo enorme sbaglio”, conclude il segretario generale della Filca.