Di seguito una nota di Giovanni Matta, segretario generale della Filca-Cisl Sardegna.
Nonostante gli appelli giunti da più parti, compresa la nostra, appare difficile che il varo del nuovo piano casa, conosciuto come disegno di legge n.130, possa avvenire in tempi brevi e, soprattutto, attraverso un accordo tra le diverse parti politiche. Pare, infatti, che il furore ideologico ambientalista che anima alcuni attori politici regionali sia d’impedimento ad una gestione unitaria di una partita che interessa gran parte della comunità regionale.
Ritorniamo, così facendo, agli errori già commessi in passato per cui il varo della legge interverrà avvantaggiando una sola parte e penalizzando coloro che attendono ben altre riposte. Spero non ci si dimentichi che il Consiglio è quello Sardegna e non solo di una parte di essa. Ed è agli interessi della Sardegna e dei sardi che la legge deve rispondere e non a quelli di parte. Compresi quelli che vogliono investire nel settore edile e che perciò devono avere certezze senza dover incorrere in correttivi ad ogni cambio di stagione politica.
Solo garantendo continuità a chi vuole investire si potrà rilanciare il lavoro edile sardo e solo rilanciando l’edilizia si potranno verificare una parte delle condizioni per creare nuovo lavoro. Merce sempre più rara, il lavoro, nella nostra regione verso cui manca la necessaria consapevolezza sulle azioni da assumere per dare ristoro a coloro che aspettano da tempo di tornare dentro un cantiere.
30mila posti persi in 8 anni hanno fiaccato il settore concorrendo ad aumentare la platea delle persone interessate dal fenomeno della povertà. Per queste ragioni come Filca Regionale sollecitiamo l’immediata definizione del nuovo strumento di legge chiedendo alla politica di fare in fretta. In questa fase abbiamo bisogno di coerenza e tempestività, anche perché, il vuoto legislativo venutosi a creare dal 29 Novembre, data di cessazione del vecchio Piano Casa, rischia di schiacciare ancora di più il settore. Condizione questa non più sopportabile.