Di seguito una nota a firma dei segretari generali di Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil di Sardegna.
Sarà il lavoro, quello che manca, quello che nell’edilizia sarda sta diventando merce preziosa, il tema centrale della manifestazione che Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil e, terranno a Oschiri (olbia-Tempio) il prossimo 30 gennaio. Sette anni ininterrotti di crisi, dal 2008 ad oggi, ci consegnano un settore delle costruzioni stremato, che ha bruciato più del 50 per cento dei posti di lavoro, con 30mila occupati in meno, che ha più che dimezzato la ricchezza prodotta e che ha trascinato nella crisi tutto il comparto edile.
Dall’inizio della fase recessiva, l’intera filiera, dai lapidei al cemento, dai manufatti ai laterizi al settore del legno, ha registrato un tracollo che ha portato alla cancellazione di interi impianti. Occorre una decisa inversione di tendenza da sostenere con atti concreti che portino da un lato a liberare risorse per le infrastrutture e, dall’altro, a vigilare affinché le stesse vengano utilizzate in modo proficuo. La scelta di manifestare ad Oschiri discende proprio da questa preoccupazione. Il territorio di quel Comune infatti sarà interessato dall’attraversamento della nuova SS 597 Sassari – Olbia, un’opera imponente per i costi e per l’importanza che essa riveste. Voluta tenacemente da tutti i sardi e dal territorio in particolare per il lavoro che poteva creare, la sua realizzazione rischia di tradire le tante attese. Ancora oggi le assunzioni si rivelano di poca consistenza, mentre l’effetto tonico che la realizzazione dell’infrastruttura avrebbe dovuto concretizzare sul sistema produttivo locale e regionale appare oggi una chimera.
La decisione di impiegare alcuni materiali da costruzione non prodotti in Sardegna brucia ogni speranza di veder ripartire impianti storici che nell’Isola hanno tratto linfa soprattutto dalla costruzione di opere pubbliche. Fillea, Filca e Feneal per denunciare tali contraddizioni, e anche per sollecitare l’approvazione della legge sull’edilizia in Consiglio regionale, hanno già avviato una forte fase di mobilitazione iniziata ad Abbasanta lo scorso 27 novembre,proseguirà il 30 Gennaio nel comune del Logudoro e, in assenza di risposte vedrà impegnato il sindacato anche nei mesi a venire. Fillea, Filca e Feneal, chiedono alla Regione, all’Anas e al governo un atteggiamento più consapevole rispetto alle difficoltà che interessano la Sardegna e soprattutto il settore edile, e sollecitano un impegno costante perché con la realizzazione delle nuove infrastrutture si possa promuovere il lavoro in edilizia. Per questo, insieme a Cgil, Cisl e Uil confederali, i sindacati di categoria hanno sollecitato la Presidenza della Giunta ad aprire un tavolo di confronto con il sindacato sardo. In assenza di risposte chiare la mobilitazione assumerà toni sempre più fermi e decisi.