Di seguito una dichiarazione di Giovanni Matta, segretario generale della Filca-Cisl Sardegna.
E’ quasi commovente l’attenzione posta da più parti circa una possibile ripresa dell’attività edile in Sardegna dopo che il Cresme ha certificato il rimpinguarsi del borsino degli appalti delle opere pubbliche. Secondo la ricerca, il sistema sardo ha avuto un incremento del 19% rispetto agli anni precedenti con un importo delle opere appaltate nel corso del 2015 che sfiora il mezzo miliardo di Euro.
Come Filca non possiamo non esprimere soddisfazione per questa inversione di tendenza posto che, come abbiamo più volte sostenuto in questi anni, il settore edile sardo ha pagato alla crisi che ha demolito il tessuto produttivo regionale, il prezzo più alto.
Dal 2008 sono andate perse 30mila buste paga, gli investimenti in opere pubbliche risultano fermi da dieci anni senza nessuna nuova opera appaltata dal 2004 al 2913, il Pil più che dimezzato con conseguenze severe sulla intera economia regionale. L’aumento della povertà nella nostra isola scaturisce anche e soprattutto dal crollo del modello edile regionale. Guardiamo quindi con favore e con attenzione a questo primo segnale di inversione di tendenza e nel mentre non troviamo motivo per sentirci soddisfatti, e, nemmeno appagati. Il cammino per il rilancio del settore appare ancora arduo e l’obbiettivo di ridare tono al lavoro edile piuttosto lontano. Mancano all’appello diversi capitoli finanziari, già oggi necessari, per abbattere quel Gap infrastrutturale che colloca l’isola al terzultimo posto nella graduatoria delle regioni in fatto di dotazione di infrastrutture. L’istituto Tagliacarne, che
recentemente ha curato la ricerche sulla condizione delle infrastrutture in Italia, evidenzia che in questa regione il livello delle stesse appare decisamente insufficiente per aumentarne l’attrattività e favorire di conseguenza gli investimenti per nuove intraprese produttive.
L’alto tasso di disoccupazione poi con oltre 100mila persone senza lavoro più un numero identico di sardi, che scoraggiati, così li definisce l’Istat, il lavoro oramai rinunciano a cercale e oltre 30mila lavoratori ormai privi degli ammortizzatori in deroga, sollecitano ben altro ammontare di spesa. Spesa più che mai necessaria per evitare un declino sociale ed economico, i cui prodromi sono già manifesti, e leggibili nella crescita del fenomeno delle nuove povertà. Quel mezzo miliardo di cui parla il Cresme, come Filca lo consideriamo pertanto solo un acconto, rispetto al fabbisogno necessario alla Sardegna per allontanarsi dal baratro e che il mondo di lavoro rivendica da tempo per garantire, a chi vive in quest’isola, pari dignità è pari diritti col resto dei cittadini italiani. Strade adeguate, una linea ferroviaria al passo coi tempi, un territorio posto al riparo dai disastri idrogeologici di cui siamo stati testimoni nel recente passato, sono l’ambito dentro cui costruire una nuova strategia per rilanciare il lavoro e lo
sviluppo in Sardegna.
Come ha ribadito anche recentemente il prof Paolo Savona, il rilancio del Pil sardo rappresenta la precondizione per ristorare il bisogno di lavoro che ha la Sardegna. Questo può avvenire solo con un’accurata strategia orientata a realizzare le grandi infrastrutture di cui l’isola risulta carente. Da tempo esiste un ricca documentazione attestante la tipologia delle stesse ed i territori dove allocarle. Si tratta di passare dalle chiacchiere ai fatti. Non dobbiamo sottacere poi l’alto numero di opere avviate, e mai completate, ben 68, che per ragionare finanziarie e soprattutto tecniche, da anni, e in qualche caso da decenni, si attende che vengano portate a compimento. Per produrre frutti, buoni frutti, quel mezzo miliardo va speso subito e bene. Abbiamo sentore che purtroppo non sarà così. I lavori sulla SS 125 saranno avviati non prima dell’estate. Quelli sulla 131 più o meno a fine anno mentre il lavoro bisogna
crearlo ora. E qui sta la vera sfida che attende tutti, istituzioni regionali, governo, aziende e sindacati. La Filca sarda è pronta a raccoglierla. Regione e governo?!!!