Di seguito una nota di Giovanni Matta, segretario generale della Filca-Cisl Sardegna.
Per la Filca Cisl regionale appare inevitabile organizzare una forte mobilitazione del settore delle costruzioni per obbligare il governo a riassegnare alla Sardegna tutte le risorse scippate con la delibera del CIPE dello scorso 30 giugno.
Con tempismo quantomeno sospetto infatti, il comitato interministeriale, complice forse qualche lentezza della regione Sardegna, ha deliberato di rimodulare 1.350 milioni circa d’interventi infrastrutturali, (550 in carico alla ns regione) per riassegnarli sul ciclo di programmazione 2014/2020, decurtandoli però del 15%.
Un vero e proprio scippo ai danni di una terra ormai schiantata dalle tante, troppe, difficoltà sul piano economico ed occupazionale.
Essendo la coperta troppo corta, per finanziare tutte le pensate del capo del governo, i soldi trattenuti verranno utilizzati nel corso dell’anno per coprire con 560 milioni il progetto, pure importante, di risanamento delle strutture scolastiche, (a noi ne verranno una cinquantina), ed i restanti distribuiti per coprire alcuni accordi di programma.
Insomma i proclami del governo Renzi, per niente amico della Sardegna, vengono finanziati sottraendo risorse alle realtà più disagiate. Una forma di solidarietà all’incontrario, togliere ai poveri per dare a chi ha già avuto, che occorre necessariamente contrastare.
Forse di questo scippo porta qualche responsabilità la Giunta che pare assistere inerte alle decisioni del governo nazionale, che invece andrebbe incalzato per evitare ulteriori beffe a danni dei tanti lavoratori sardi.
Con 170mila disoccupati, 30mila (di cui 10mila edili ) in ammortizzatori sociali in deroga, prossimi alla scadenza peraltro, con tutti i settori che espellono manodopera e con un tasso di povertà in veloce crescita forse sarà il caso di alzare la voce.
Forse è giunto il momento di far capire a Roma che così non si può andare avanti ed alla gravità della situazione che pervade tutta l’isola occorre contrapporre un piano d’interventi straordinario capace di allontanare il baratro a cui la nostra terra si sta approssimando.
La Filca si fa interprete del disagio e dello scoraggiamento dei tanti lavoratori edili che hanno perso il lavoro, 28mila negli ultimi tre anni, e’ già ora pronta alla mobilitazione. Per questo ha già manifestato alla Federazione Nazionale l’esigenza di supportare e condividere le eventuali iniziative di protesta che già nei prossimi giorni verranno proposte anche alla Fillea ed alla Feneal ed a tutte le Istituzioni locali.
Occorre attivare immediatamente un tavolo istituzionale che metta al centro il caso Sardegna, e riproponga con forza l’urgenza di rilanciare in quest’isola il lavoro.
E tempo di dire basta alla latitanza del governo romano e la Giunta dovrebbe essere lei a porsi a capo del movimento per rivendicare i crediti che la Sardegna vanta nei confronti del Paese.