Emergenza costruzioni in Sardegna, la disoccupazione cresce al ritmo di dieci operai edili in meno ogni giorno. È l’allarme lanciato questa mattina dalla Cisl a due settimane dalla manifestazione nazionale a Roma in programma il 1 dicembre: uniti dalla crisi del settore scenderanno in piazza Montecitorio lavoratori, sindacati e imprenditori.
“Una situazione economica e sociale drammatica – ha denunciato il segretario generale della Cisl sarda, Mario Medde – che ha origine nelle diseconomie esterne del processo produttivo: la Sardegna non riesce a essere competitiva su più versanti soprattutto perchè non ha una dotazione infrastrutturale materiale e immateriale adeguata. Molti i problemi: tra questi – ha elencato il numero uno della Cisl – una mobilità interna penalizzata con la situazione emblematica della Sassari-Olbia. Vogliamo sottolineare questa situazione in concomitanza con la discussione della Finanziaria 2011: la Regione convochi immediatamente una conferenza sullo stato del sistema infrastrutturale in Sardegna per studiare come rilanciare un progetto di sviluppo del settore”.
Numeri drammatici: secondo i dati del sindacato nel biennio 2008-2009 sono stati persi ottomila posti di lavoro. E, secondo le ultime statistiche relative al periodo che va dal settembre 2009 allo stesso mese del 2010, il trend continua a essere negativo. Un comparto che paga, denuncia sempre la Cisl, il decremento degli investimenti nelle opere pubbliche, nelle abitazioni, nelle manutenzioni ordinarie e nelle infrastrutture. Quattro le arterie stradali che secondo il sindacato richiedono interventi urgenti: il completamento della 131 da Tramatza a Sassari e quello della 125, la Trasversale sarda e la Sassari-Olbia. Preoccupazione è stata espressa per i settori dei laterizi, del cemento (soprattutto dopo la chiusura dello stabilimento Italcementi di Scala di Giocca a Sassari), del legno e del sughero, del granito e dei marmi.
