SARDEGNA: EDILIZIA IN CRISI MA LE RISORSE CI SONO, BASTA SBLOCCARLE!

SARDEGNA: EDILIZIA IN CRISI MA LE RISORSE CI SONO, BASTA SBLOCCARLE!

Profondo rosso per il settore edile in Sardegna. I numeri sono impietosi: tra il 2007 e il 2012 il comparto ha fatturato il 37,7% in meno rispetto al periodo precedente. Nel 2007 le costruzioni producevano ricchezza per un ammontare di 2 miliardi, alla fine del 2012 ci si è fermati a 1 miliardo e 186 milioni. La crisi ha, inoltre, paralizzato il mercato edilizio non residenziale in Sardegna: l’anno scorso il numero delle transazioni di edifici destinati ad attività commerciali, produttive o amministrative, si è ridotto del 17 per cento rispetto al 2012 con poco più di 800 immobili oggetto di compravendita. Molto preoccupante il calo registrato nei città capoluogo dell’isola che, con una riduzione quasi al 30% nel 2013, sembrano in situazioni molto più critiche degli altri comuni capoluogo italiani: sono seguiti a distanza da Aosta (-18%) e dalle città abruzzesi (-14,6%). II nuovo presidente della Regione cerca di mettere una pezza a questa emergenza: ogni anno, e per tutta la legislatura, destinerà 120 milioni di euro alla manutenzione delle scuole.
“I tempi sono maturi – dice Giovanni Matta, nuovo segretario generale della Filca Sardegna in sostituzione di Renzo Corveddu chiamato alla presidenza dell’Anolf – per cercare di rilanciare il settore. Un segno in questo senso può essere dato con la parola fine sull’interminabile discussione in corso sul piano paesaggistico. È arrivato il momento di chiarire ciò che s’intende fare per governare il territorio, che, dopo anni d’incuria, ci sta crollando addosso”. Decidere una volta per tutte sul piano paesaggistico “favorirebbe – secondo l’ex segretario regionale confederale, che continuerà a collaborare con la Usr Cisl per la partita ammortizzatori sociali – la ripresa di una quota consistente di edilizia privata, fattore moltiplicatore delle attività economica. Gi esperti stimano che per ogni milione investito in edilizia si creano 10 posti di lavoro. Questa potrebbe essere la molla giusta per ridare fiato ai settori del comparto lapideo, dell’artigianato del ferro e così a seguire con tante altre attività”.
La Filca Cisl propone, pertanto, una nuova legge urbanistica, interventi per il recupero dei centri storici e una moderna strategia per rilanciare le aree interne della Sardegna. Un piano, perciò, che guardi al futuro dell’isola partendo proprio dalla elaborazione di un nuovo modello di sviluppo dove le costruzioni svolgono un ruolo di traino dell’economia. “Alla nuova giunta, non appena s’insedierà, chiederemo – ha detto Matta davanti al segretario generale Cisl sarda, Oriana Putzolu, e al segretario generale Filca Domenico Pesenti – azioni appropriate per sbloccare le ingenti risorse stanziate per investimenti in infrastrutture e mai spese. Una delle cause del declino produttivo regionale è, infatti, sicuramente ascrivibile alla insufficiente dotazione infrastrutturale della nostra terra”.
Secondo una valutazione fatta nel 2011 dalla fondazione Edison, l’indice medio sardo colloca l’isola al quart’ultimo posto della classifica delle regioni. Fatto 100 il valore di riferimento nazionale, la Sardegna si ferma a 48. Una situazione bloccata da diversi anni. “Per questo – ha aggiunto il segretario regionale Filca – stiamo chiedendo, e lo faremo con maggiore insistenza nel prossimo periodo, lo sblocco di tutti i progetti e l’avvio delle diverse opere”. Secondo alcune stime, certificate dagli atti della Regione, la Sardegna dispone di fondi da destinare alle varie infrastrutture, dalle viarie alle telematiche, per un totale di circa 1,5 miliardi. Tali risorse, per Matta, vanno garantite e immediatamente sbloccate per diventare cantieri e posti di lavoro. “Occorre superare – ha detto il nuovo segretario regionale Filca – la cultura del no che agita le piazze sarde e che porta spesso a bloccare i diversi investimenti. Come dimostra la vicenda del Galsi, come anche la storia della SS.195, per non citare le progettazioni della SS.131 Nord Oristano chiuse in un cassetto da almeno 6 anni. Insomma un quadro di lavori che non partono e vengono cancellati perché si perde troppo tempo in chiacchiere che non approdano a nessun fatto produttivo”. Infine “pur non disconoscendo le ragioni ambientali, che anche la Filca vuole difendere e tutelare, riteniamo giunto il momento- ha concluso Matta – di prendere decisioni che favoriscano il superamento dell’attuale impasse”.

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