Il rilancio dell’edilizia in Sardegna è la condizione necessaria per dare ristoro al bisogno di lavoro dei sardi. Non è l’unica condizione, ma certamente un’edilizia in salute rappresenta un buon viatico per creare quel lavoro che manca. Lo pretende l’alto tasso di disoccupazione che in Sardegna sfiora il 18%, quasi il doppio di quello nazionale, e, lo impone il grave disagio sociale che attraversa l’intera comunità regionale.
L’avvento della crisi del 2008 ha lacerato un tessuto produttivo, già messo a dura prova dalle difficoltà preesistenti, ha cancellato nel giro di pochi anni ben 48mila buste paga. Fortunatamente un sistema articolato di ammortizzatori sociali ha consentito di attutire in parte l’impatto di tale tracollo, altrimenti gli effetti sul tasso di disoccupazione sarebbe stato ben più consistente. Certo il riflesso sulle condizioni generali è sensibilmente peggiorato incrementando il numero di persone interessate dal fenomeno delle nuove povertà. Condizione questa destinata a peggiorare, posto che il dato tendenziale è quello di un ulteriore inasprimento dei numeri delle persone senza occupazione, già oggi preoccupanti. Ai quasi 100mila disoccupati vanno sommati quei lavoratori scoraggiati di pari numero ed ora, con il nuovo scenario disegnato dal Jobs Act, dai decreti attuativi della legge delega sul mercato del lavoro, anche un discreto numero di lavoratori beneficiari degli ammortizzatori sociali in deroga, 30mila circa. Dopo la cessazione di questo strumento, avvenuta a Maggio, lo scenario assume contorni veramente preoccupanti.
Basterebbero solo queste ragioni per trovare argomenti sufficienti per adottare ogni provvedimento utile per rilanciare l’edilizia. Nonostante i cambiamenti in atto questo settore mantiene ancora un decisiva potenzialità di sviluppo trainando il rilancio di pezzi significativi del sistema industriale.
Per tali motivi la Filca CISL Regionale ritiene non più rinviabile l’adozione di una nuova legge urbanistica che aggiorni i contenuti di quella esistente datati 1989, e, sopratutto riveda alcune parti del Piano Paesaggistico Regionale.
Il riavvio dello sviluppo dell’economia regionale e la conseguente creazione di lavoro passa attraverso il rilancio degli investimenti, specie di quelli privati.
Dai dati forniti dall’Assessorato Regionale agli Enti Locali, si evidenzia che giacciono negli uffici della regione progetti, di insediamento legati alle attività dell’industria del turismo, per un valore di circa 3miliardi di euro.
Progetti che, se attuati, darebbero impulso all’economia della regione e sopratutto lavoro. Progetti che attendono il via libera, e questa è subordinata alla definizione dei due nuovi strumenti. Legge urbanistica appunto ed un aggiornato PPR in grado di dare certezze a chi si propone di investire. Condizione quella delle certezze che da troppo tempo pare contraddistinta da troppe aleatorietà, tali da scoraggiare qualunque intrapresa economica.
Ci pare che la posta in gioco valga un impegno più solerte della politica regionale, sia per uscire dalle secche di una stagnazione troppo lunga sia per adottare in tempi rapidi soluzioni per il governo del territorio su cui esiste un’ ampia ed infinita discussione.