Di seguito una dichiarazione di Giovanni Matta, segretario generale Filca-Cisl Sardegna.
Speriamo sia la volta buona. Venerdì 29 Luglio, se tutto verrà confermato, il premier Renzi ed il Presidente della Regione Pigliaru dovrebbero sottoscrivere l’accordo Stato/Regione che darà il via al piano di investimenti chiamato “Master Plan” ed al piano d’investimento per abbattere il divario determinato dall’insularità. Un pacchetto che vale 2,5 miliardi di euro e dovrebbe contribuire a rilanciare il tessuto economico e produttivo della Regione. Al di là dell’enfasi manifestata dal Presidente della Regione ci piacerebbe, da domani, ragionare sugli effetti che tali atti produrranno. È pur vero che le procedure messe in campo, con una forte connotazione dirigistica nel definire gli ambiti d’intervento e nel pervenire all’intesa non fanno ben sperare. Non si conoscono le opere da realizzare nè gli ambiti territoriali dove verranno calati gli interventi. La Filca Cisl auspica che le carte che verranno sottoscritte si traducano in opere e soprattutto in posti di lavoro.
Da 14 anni (eravamo nel 2002 quando venne firmata l’intesa generale di programma tra il Presidente Berlusconi e il Presidente Pili) siamo testimoni delle tante intese che Regione e Governo hanno sottoscritto, tutte tese ad attenuare il gap infrastrutturale, per migliorare la viabilità, per potenziare la dorsale ferroviaria, per consolidare la base produttiva. In questi anni la base produttiva ha subito un drastico ridimensionamento mentre sul versante infrastrutturale siamo rimasti inchiodati al terzultimo posto nella graduatoria delle regioni. È accresciuto solo il numero dei disoccupati con oltre 200mila persone in cerca di occupazione. Solo il settore edile ha perso negli ultimi anni 28mila occupati e ad oggi non si intravedono
segnali che lascino immaginare una inversione di tendenza. Ci aspettiamo, in luogo dei proclami, impegni certi e verificabili in grado di dare ristoro al quel bisogno di lavoro che costituisce la vera emergenza della Sardegna. La Sardegna, i sardi, hanno bisogno di risposte. La crisi che morde ormai da troppo tempo ha aggravato i disagi, accresciuto il numero di persone interessate dal fenomeno delle nuove povertà, acuito il disagio sociale. L’intesa o aggredisce queste situazioni cambiando in meglio la condizione dei sardi oppure non serve a nessuno. L’attesa è tanta e la pazienza pure tanta. Sarebbe bene però, per la politica regionale, non approfittarne.