SARDEGNA, ALLARMA DELLA FILCA: “DAL 31 AGOSTO 30MILA LAVORATORI SENZA AMMORTIZZATORI SOCIALI”

SARDEGNA, ALLARMA DELLA FILCA: “DAL 31 AGOSTO 30MILA LAVORATORI SENZA AMMORTIZZATORI SOCIALI”

Di seguito una nota di Giovanni Matta, segretario generale Filca-Cisl Sardegna.
Siamo in prossimità di scadenze importanti per una platea significativa di lavoratori sardi che fra poche settimane vedranno venir meno la cassa integrazione e la mobilità in deroga. Il 31 agosto infatti, salvo qualche colpo di genio, 30mila lavoratori circa  vedranno cessare  il periodo di godimento dei due istituti con conseguenze facilmente prevedibili. Un terzo di questi lavoratori, 10mila circa, provengono dal mondo delle costruzioni, che in conseguenze di una crisi drammatica che ha sconvolto il mondo edile sardo – 28mila posti cancellati in tre anni – rischiano non solo il sussidio ma anche l’opportunità di ritornare a breve al lavoro. Aggravando in tal modo una condizione già pesante che parla di povertà crescente e di disagio sociale in aumento specie nelle aree più deboli della Sardegna con quelle interne in prima fila. L’edilizia infatti ha costituito per anni la risposta principale al crescente bisogno di lavoro, ed oggi a causa della crisi, ha bruciato migliaia di posti di lavoro e causato la stasi di pezzi dell’economia regionale con il settore direttamente collegati. Trasporti, escavazione, produzione di laterizi e manufatti, solo per citarne alcuni, che progressivamente vengono cancellati dal panorama delle piccole imprese della Sardegna.
Tutto ciò avviene nel silenzio totale della politica regionale, delle Istituzioni locali e regionali, che continuano a discutere di altro. Le emergenze del mondo del lavoro non paiono la preoccupazione di chi amministra oggi la regione. Eppure è da qui che bisogna ripartire per ridare un po’ di fiducia ai tanti, troppi, sardi ormai sfiduciati e delusi.
Basterebbe  un po’ di coraggio nelle Istituzioni, ed un sano ritorno ad impegno costante sui problemi per sbloccare alcune situazioni in grado di dare ristoro alle tante sofferenze di chi ha perso il lavoro e tra pochi giorni si vedrà privato della copertura degli ammortizzatori sociali in deroga.
La Filca Cisl  regionale insiste e insisterà sino alla nausea affinché, in sede di Giunta Regionale, si adottino alcuni comportamenti virtuosi.
Bisogna passare dalle chiacchiere in libertà di alcuni rappresentanti della Giunta Regionale ai fatti. E i fatti dicono, meglio impongono, che bisogna sbloccare le opere già finanziate e sinora bloccate.
Bisogna dare  il via alle opere immediatamente cantierabili, 110 opere già coperte da finanziamento, sia quelle indicate nella delibera  della Giunta del Settembre scorso sia quelle inserite nella graduatoria stilata dall’assessorato alla programmazione lo scorso anno.
Occorre richiamare  il governo nazionale  alle responsabilità che gli sono proprie rivendicando la prosecuzione dei lavori nei 72 cantieri , la Sardegna ha il più alto numero di opere non completate, i cui lavori, per ammissione dello stesso ministero delle infrastrutture,  sono sospesi da troppo tempo. La diga di Monti Nieddu, piuttosto che  Cumbidanovu , la SS 131 la 195 etc. solo per citarne alcune.
Occorre capire cosa ne sarà delle risorse per risanare gli edifici scolastici con i 30 milioni stanziati all’inizio del 2014 e di cui non si parla più, per non parlare di quelle previste dai fondi Fas, che valgono diversi centinaia di milioni.
Insomma ci sarebbero le condizioni per arginare il disagio derivante dalla mancanza di lavoro. Non vogliamo miracoli quanto invece riscoprire un sano ritorno a comportamenti normali alla cultura del fare che ormai la politica sarda ha smarrito da tempo.
Come Filca se non ci saranno risposte siamo pronti alla mobilitazione, senza se e senza ma.
La posta in gioco val bene tutte le azioni di protesta da cui non ci sottrarremmo se non interverranno fatti nuovi e sostanziali.
 

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