A febbraio risultano in attesa di rinnovo 36 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a 4,3 milioni di dipendenti (circa 3 milioni nel pubblico impiego). Lo comunica l’Istat, precisando che la quota di dipendenti che aspettano il rinnovo è pari al 32,6%. L’attesa per il rinnovo del contratto è in media di 26 mesi, sia nel totale che nell’insieme dei settori privati. Non basta: a febbraio la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,4%) e il livello d’inflazione (+3,3%), su base annua, tocca una differenza di 1,9 punti percentuali, eguagliando la distanza già raggiunta a dicembre, che rappresenta il divario più alto dall’agosto del 1995.
Tutti dati che confermano come l’Italia non sia affatto uscita dalla crisi. Anzi, come ha spiegato ieri il ministro dello Sviluppo economico Passera, il nostro Paese è dentro una seconda recessione dalla quale si esce solo con riforme rapide. Da Tokyo il premier Monti fa sapere che “ci sono i margini per fare in modo che anche con una recessione non occorra fare un’altra manovra che, quella sì, aggraverebbe ulteriormente la recessione“. Aggiunge Monti: “Non c’è alcuna necessità di pensare a una seconda manovra perché siamo stati molto prudenziali nel confezionare quella di dicembre. In particolare, abbiamo inserito ipotesi pessimistiche cautissime nelle previsioni, non abbiamo considerato il gettito che sta venendo da lotta evasione e avevamo ipotizzato tassi interesse per tutto il 2012 che sarebbe stato oggettivamente insopportabile del novembre scorso”.
Quanto alle riforme, il presidente del Consiglio sottolinea che “cambiare le consuetudini tradizionali produce forse qualche incertezza nella società, ma spero di superare questo problema spiegando e persuadendo”. In particolare “all’estero si aspetta di vedere che esito avrà la riforma del lavoro. E c’è molta attesa su quello che accadrà in Parlamento”. E proposito, Monti prova a spegnere le polemiche delle ultime ore sul consneso ai partiti: un dibattito, ha spiegato, “che ha dato un’impressione esattamente opposta a quella che era l’intenzione”. E per rafforzare il pensiero, il premier osserva: “L’Italia si sta rinnovando sotto l’azione di tre fattori che operano sinergicamente: il Governo, le forze politiche e, terzo e più importante, i cittadini italiani che stanno dando una grande prova di maturità”.
Da parte sua, il ministro del Lavoro Elsa Fornero assicura che “nessuno vuole dare licenza di licenziare”. La riforma del lavoro “si propone di contrastare la precarietà e quindi aiuta i giovani”, ha detto il ministro rispondendo a una domanda sull’appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano contro la precarietà. Quanto alla riforma delle pensioni, Fornero la definisce “seria e severa”. I cambiamenti sono importanti. Certo “si sono creati problemi: non ho dimenticato gli esodati, me ne faccio carico, non li ho dimenticati. Sono di più dei 65 mila che avevamo calcolato. Troveremo una soluzione equa entro il 30 giugno”.
(DAL SITO WWW.CONQUISTEDELLAVORO.IT)