SACCI DI TAVERNOLA (BG), REINTEGRATO IL DELEGATO FILCA LICENZIATO PER UN VOLANTINO

SACCI DI TAVERNOLA (BG), REINTEGRATO IL DELEGATO FILCA LICENZIATO PER UN VOLANTINO

Piergiorgio Balducchi
Piergiorgio Balducchi

L’incubo è finito per Piergiorgio Balducchi, il delegato della Filca-Cisl nello stabilimento Sacci di Tavernola (Bergamo), licenziato per aver affisso in bacheca un volantino non gradito all’azienda. In particolare Balducchi aveva criticato la volontà del cementificio di ricorrere all’utilizzo di combustibili alternativi. Oltre al licenziamento del delegato i provvedimenti disciplinari prevedevano la sospensione di altri tre delegati di Filca e Fillea-Cgil.
Soddisfatto per l’esito positivo della vicenda si è detto Domenico Pesenti, segretario generale della Filca: “La decisione della Sacci è la giusta conclusione di una vicenda che aveva calpestato non solo le relazioni sindacali ma la stessa libertà di opinione, sancita dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori”. Per il segretario nazionale Riccardo Gentile “la grande mobilitazione dei lavoratori, culminata nello sciopero del 12 gennaio scorso, e la volontà di adire le vie legali, hanno costretto l’azienda a ritirare provvedimenti che erano palesemente illegittimi, antisindacali e contro le più elementari regole democratiche legate al confronto con le organizzazioni sindacali”.
“L’accordo tra la Sacci e le organizzazioni sindacali – spiegano Marco Boveri, segretario della Filca Lombardia, e Danilo Mazzola, segretario generale della Filca di Bergamo – prevede il reintegro nel posto di lavoro del delegato della Filca a partire da lunedì 23 febbraio, l’istituzione di una commissione paritetica che avrà il compito di controllare le emissioni del forno e la tracciabilità delle sostanze utilizzate, e l’impegno a superare le criticità ambientali e di sicurezza sui luoghi di lavoro. L’accordo – aggiungono i due sindacalisti della Filca – rilancia le importanti e consolidate relazioni sindacali nel settore del cemento così come regolamentate dal contratto nazionale, e riconduce nell’alveo delle ordinarie e corrette relazioni sindacali le urgenti e necessarie discussioni sul futuro dello stabilimento di Tavernola”.
I problemi, però, restano: da anni la Sacci tenta di introdurre l’utilizzo del cdr, il combustibile derivato da rifiuti. Contro questa proposta si sono già schierati il Comune, la Regione e la Provincia, preoccupati dai possibili rischi sull’ambiente circostante (lo stabilimento sorge sulle sponde del lago d’Iseo). E sul tema parla chiaro il risultato di un referendum del 2007, che vide prevalere il no con l’82% dei voti. Un altro grosso problema è la liquidità dell’azienda, che non ha ancora pagato gli stipendi di gennaio. “Lo stabilimento di Tavernola – spiega Donato Barone, della Filca di Bergamo – oggi occupa 85 persone, nel 1977 erano circa 380. Nel 2013 qui si sono prodotte oltre 540mila tonnellate di cemento, con un lieve aumento nel 2014, per un fatturato di 36 milioni di euro. Nei momenti di maggior produzione si sono superate tranquillamente anche le 700mila. Nonostante le difficoltà – conclude – lo stabilimento di Tavernola resta di gran lunga la locomotiva del Gruppo Sacci”.
 

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