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ROMA, SI E’ CHIUSA L’ESPERIENZA DEL CAMPER DEI DIRITTI E DELLA LEGALITA’

ROMA, SI E’ CHIUSA L’ESPERIENZA DEL CAMPER DEI DIRITTI E DELLA LEGALITA’

Si è chiusa oggi  nei giorni scorsi la sperimentazione del ”Camper dei Diritti e della Legalità” messa in campo dalla Filca Cisl di Roma. Una iniziativa che aveva lo scopo di rendere più visibile l’Organizzazione sul territorio di Roma e provincia e allo stesso tempo portare servizi immediatamente fruibili ai lavoratori delle costruzioni. “In un mese – ha dichiarato Augusto Pallante, segretario della Filca romana –  il Camper ha percorso più di 3000 km, un risultato che è andato oltre ogni più rosea aspettativa. La capacità e la voglia  degli Operatori Filca, unitamente all’Operatore Caaf e agli Operatori Inas, è stata quella di modulare la presenza del Camper nelle singole realtà zonali, presidiando al mattino le stazioni metropolitane e ferroviarie e, durante il giorno fermarsi nei piani di zona e nei cantieri con una più alta concentrazione di lavoratori edili. Questa iniziativa ci è servita per visionare cantieri, parlare con i lavoratori e con le aziende, informarli sul contratto, sulla busta paga, sul sistema cassa edile, sulla sicurezza, e per fare una verifica fiscale e contributiva, che in molti casi, nell’illegalità diffusa in questo settore, vede i diritti dei lavoratori edili spesso negati”.
Sull’iniziativa abbiamo raccolto la testimonianza di uno dei protagonisti, l’operatore Gianluca Manca: “Viaggio in camper potrebbe far pensare ad appunti su una vacanza appena conclusa, ma il viaggio non  sta’ ad indicare una vacanza. Il Viaggio che la FILCA CISL di ROMA ha voluto intraprendere è stato piuttosto un porsi ancora di più in ascolto dei lavoratori che giornalmente si muovono all’interno e al di fuori della provincia romana per portarsi nei propri luoghi di lavoro. Un Viaggio che ci ha visto incontrare persone partite alle tre del pomeriggio della domenica da un paesino della Sicilia per poter arrivare sul luogo di lavoro il lunedì mattina  trascorrendo 15 ore in Viaggio prima di iniziare a lavorare. Abbiamo incontrato persone, italiane e non, in corsa verso luoghi di lavoro, spesso lontani dalle proprie abitazioni, cercare di rubare qualche ora di sonno nei vagoni dei treni, nei pulman,  in giornate che tra le ore di lavoro e i tempi di percorrenza casa-lavoro-casa sembrano interminabili; persone spesso tacciate di poca responsabilità perché non offrono la propria prestazione oltre l’orario ordinario come se quelle ore di viaggio non fossero già un sacrificio quotidiano in nome del lavoro.
Ci siamo imbattuti in persone sole, per le quali spesso il ritorno a casa non rappresenta quell’arrivo in terra amica ma l’imbattersi in problematiche private spesso non risolvibili senza un aiuto esterno. Ci siamo imbattuti in persone che prese dalla frenesia degli impegni quotidiani, non riescono a ritagliarsi un po’ di tempo per conoscere o approfondire tematiche riguardanti il proprio lavoro (quali previdenza; fisco; diritto del lavoro, etc.) neanche quando basterebbe approfittare di un incontro occasionale, fortuito. Abbiamo avuto la sensazione che le persone incontrate lungo il nostro Viaggio abbiano lo stesso comportamento di quello che corre a cavallo della tigre, deve sempre correre con lei perché se si ferma e scende ne viene sopraffatto. Ci troviamo in una società in cui fermarsi a pensare cosa fare per cambiare la propria situazione viene visto come inutile, pura utopia. Utopia è immaginare di poter cambiare drasticamente una società ingiusta in una società giusta, in un mondo dove la parola giustizia non ha un significato assoluto. Ma se ci mettessimo alla ricerca di una ingiustizia palese  e operassimo per modificarla avremmo intrapreso la strada verso una società più giusta anche se non giusta”.

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